Basso profilo. Lorenzo Cesa, l'Albania, gli appalti. "Non è come qua. Là ad un ministro gli molli"

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Parlamento Albania

Tommaso Brutto in un'intercettazione diceva a Franco Talarico: "Là non è come qua, un ministro in Albania gli molli"

  08 febbraio 2021 22:40

di PAOLO CRISTOFARO

Quando magistrati come Nicola Gratteri mettono in guardia sulla mafia come pericolo globale, non hanno torto. A dargli ragione le stesse carte delle inchieste, in particolare quelle della recentissima operazione "Basso profilo", condotta proprio dalla Dda di Catanzaro e dal Procuratore Gratteri. Perché tra i mille intrallazzi "nostrani", tra le mille ruberie "made in Italy" e "made in Calabria", è emerso un altro intento chiaro ed inquietante: sfruttare canali aperti ad alti livelli nella politica e nei rapporti internazionali per accalappiarsi appalti all'estero, specialmente in paesi dove i controlli e regole di gara sono meno serrati rispetto ai nostri, come l'Albania.

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Tommaso Brutto, intercettato dalla Dda, conversando con Franco Talarico, assessore regionale al Bilancio della Regione Calabria, diceva: "una cosa è che ti crea un contatto Cesa [Lorenzo Cesa] in Albania… che là non è come qua, un ministro in Albania gli molli".  Al quale Talarico ribatteva: "Uuuuhhh corruzione totale... mercato libero". E ancora Brutto: "Sì, non controllano". I due scherzavano sull'elevato livello di corruzione anche nel governo albanese e quindi sulla possibilità di "creare contatti" in loco per affari. A creare questi contatti, secondo la conversazione, Lorenzo Cesa, noto politico dell'Udc, già deputato della Repubblica e Parlamentare Europeo

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"Per esempio noi la se potessimo entrare con gli ospedali, perché noi forniamo anche tute, guanti e maschere tutto quello che concerne l'ospedaliero, per i chirurghi, quelle tute dei chirurghi, quelle scarpe dei chirurghi", diceva ancora Brutto, al quale Talarico rispondeva che l'Albania è un terreno vergine, dove non fanno neanche le gara, chiamano le ditte e basta. L'intenzione che emergerebbe da una prima lettura, quindi, sarebbe quella di intrufolarsi anche in grandi appalti pubblici dell'Albania, per esempio quelli ospedalieri, in una nazione dove i controlli e le gare sono meno serrate rispetto all'Italia, grazie alle normative anticorruzione e antimafia da anni collaudate nel nostro Paese. Ma non solo.

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Nelle carte degli inquirenti si parla anche di agganci in Montenegro, in Polonia, di possibilità di lavorare e investire al confine tra Italia e Svizzera. E di nuovo si fanno riferimenti a Lorenzo Cesa. Gli inquirenti scrivono che Talarico asseriva che "lui" (Cesa) avrebbe presentato un amico ad Antonio Gallo, che è consulente di vari enti Enac, Eni, Telecom e Anas, che "tutto quel gruppo se lo segue". Brutto, invece, diceva di Cesa che poteva aprire contatti buoni in Albania, al quale Talarico rispondeva ancora di esserne sicuro e che lui da parlamentare europeo poteva creare buoni contatti direttamente con altri parlamentari europei.

 

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