"Nel settembre 2018 le donne del Partito Democratico incontrarono Mario Oliverio per discutere della proposta di legge sulla doppia preferenza e le quote nella legge elettorale calabrese". E' quanto si legge in una nota stampa a firma di Alessia Bausone – M5S. "Una riforma - prosegue - istituzionale probabilmente molto poco sentita dalle masse, ma che sarebbe stata una rivoluzione per la politica tradizionale calabrese arroccata su se stessa e ostile a qualsiasi forma di cambiamento. La partitocrazia machista e maschilista che ha affossato questa riforma (che serve squisitamente a promuovere una maggiore presenza femminile in politica) ha un emerito protagonista: il Partito Democratico".
"Nonostante le interviste di Mario Oliverio - si legge ancora - dello scorso anno in cui spingeva i ‘suoi’ consiglieri ad approvare una norma attesa da dieci anni (nella scorsa consiliatura la presentò Tonino Scalzo, salvo poi fregarsene in questa), fu proprio il capogruppo della lista Oliverio Presidente Orlandino Greco ad affossarla, mentre il Partito Democratico ballava un walzer di ipocrisia e false promesse. Era il 15 aprile 2019 quando il PD in conferenza stampa invocava la discesa in piazza dopo la bocciatura della legge sulla doppia preferenza in consiglio regionale. Non serve ricordare che in piazza non ci andarono, anzi, non scesero nemmeno gli scalini di Palazzo Campanella".
"I contenitori civici - prosegue la Bausone - e associazionistici scalciarono fino a quando non sentirono odore di papabili candidature, deludendo la ‘militanza attiva’ e spassionata e le lotte a favore delle donne che la consigliera regionale di parità Stumpo ha fatto (e col senno di poi le va riconosciuto) in primis contro la supponenza di consiglieri regionali che invitavano le donne a ‘pensare alle mammografie’ e non alla politica. La stessa Commissione regionale per le pari opportunità scese nel mutismo selettivo per non irritare Nicola Irto. E’ questa è storia, così come è storia che la ex assessora regionale Angela Robbe fece spallucce di fronte alla bocciatura di questa legge e rispetto ad altre battaglie a favore delle donne (la legge bipartisan sulla violenza di genere non ha visto la luce perché non sostenuta dalla giunta), mentre in precedenza da Presidente della commissione pari opportunità della provincia di Catanzaro non svolse un lavoro percettibile".
"Ecco, quindi, che - conclude - l’ennesima passerella elettorale del PD prevista per mercoledì che alliscia l’associazionismo femminile militante che in Calabria c’è e non si vende ad un Partito (figuriamoci ad uno che nei fatti si è dimostrato ostile nella nostra regione) non risulta decisamente più credibile".
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