L’amore è sapienza. È l’amore a condurre alla conoscenza. Questa la scoperta alla quale ha assistito la folta platea adunata nella sala concerti di Palazzo De Nobili, in occasione del nuovo appuntamento con la FIDAPA di Catanzaro.
La sezione catanzarese della Federazione Donne Arti Professioni Affari conclude il cammino con Dante Alighieri, nel terzo e ultimo incontro del percorso guidato dal professor Luigi La Rosa nella “Divina Commedia”. Si è svolto ieri, martedì 7 febbraio, l’evento “Beatrice Donna Angelo e Dante Don Giovanni”.
Un tema (anzi, due) impossibile da condensare nell’arco di un qualche ora; eppure il pomeriggio offerto dalla FIDAPA, impreziosito dagli illustri ospiti, è riuscito a coinvolgere l’utenza in un confronto nel quale riflettere su un aspetto già esposto in precedenza: cosa sopravvive di Beatrice Portinari nella donna di oggi? Quella stessa Beatrice, tanto musa ispiratrice quanto maestra di Dante. Questo il tratto preponderante, sul quale si sofferma innanzitutto la Presidente della FIDAPA di Catanzaro, l’avvocato Laura Gualtieri, nel fare gli onori di casa: “Stando a quanto abbiamo appreso nei due precedenti incontri, Dante considera Beatrice la sua maestra, la sua insegnante, non solo Musa – dice la presidente -. Ringrazio il professore La Rosa per essere stato al mio fianco in questo biennio, poiché mi sento ulteriormente arricchita, da questi incontri”.
Parola, quindi, alla Consigliera di Sezione, Ida Canino la quale ha fatto da incipit alla lectio di Luigi La Rosa, offrendo gli spunti della conversazione. “Tra gli obiettivi della FIDAPA, vi è quello di educare alle emozioni e Dante è un poeta che educa all’emozione, percependo Beatrice in maniera empatica – sostiene - riconoscendole il diritto di esprimersi e il potere di insegnare, ma le attribuisce un’altra dote: la sapienza, l’arte della persuasione, con cui convince Dante ad arrivare alla redenzione, al termine del suo cammino”, analizza la consigliera Canino, lasciando socchiusa la porta della riflessione sul “dongiovannismo” di un Dante che ha dimostrato di amare una donna nella quale racchiudere tutte le donne, fino ai tempi nostri.
Quindi, l’esegesi di Luigi La Rosa che, soffermandosi sul dongiovannismo di un Dante da sempre suscettibile al fascino delle giovani donne, parte dal concetto di “angelicatura femminile”, prendendo spunto dagli studi – tra gli altri – di Andrea Cappellano e Guido Guinizelli per lanciare un quesito: com’è stato possibile che una ragazzina di Firenze diventasse emblema di tutte le donne? “L’amore è inteso come coniugazione di anime, di incontro sublimato, il cui motore è la donna nobilitata, elemento di elevazione spirituale e ciò rivoluziona tutta la letteratura europea – dice il professore -. L’atto di amare è una facoltà cognitiva, è l’amore che porta alla conoscenza! Ecco perché la ‘Divina Commedia’ diventa il libro delle grandi emozioni, che nasce dall’abbattimento di ciò che era l’uomo fino alla costruzione di un uomo nuovo, che scende prima all’Inferno per poi costruire una cattedrale di luce”.
A fare da corollario, le toccanti interpretazioni degli attori Mariarita Albanese e Salvatore Venuto, che, tra i versi narrati, hanno anche riproposto insieme “Rosa fresca aulentissima”, il componimento di Cielo D’Alcamo (uno dei padri della Scuola Siciliana) risalente al quattordicesimo secolo. Lo stesso Venuto, poi, ha emozionato la sala concerti per la sua raffigurazione fisica nei panni di Dante: mantello di velluto rosso, corona d’alloro, pergamena ed il Sommo Poeta prende vita, grazie all’attore catanzarese, a Palazzo De Nobili.
Eloquenti, le conclusioni del professor La Rosa: “Dante è il maestro dell’educazione alle emozioni e lui, a sua volta, si serve di una maestra: la donna, depositaria della vita, per grazia divina. La donna di Dante arriva alla donna dei giorni nostri, universale”.
È per mezzo di appuntamenti del genere, dunque, che la FIDAPA di Catanzaro continua ad educare alla cultura la comunità. Un’opera divulgativa e formativa, che si protrarrà anche in questo 2023.
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