Belfast-Catanzaro, un incontro all’insegna di diritti, libertà, pace

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  17 febbraio 2023 12:20

 
"L’associazione internazionale di Scienze politiche terrà a Belfast, presso l’Università della Regina, il suo congresso annuale. Il tema è di quelli cruciali: il nazionalismo e i conflitti religiosi. I conflitti religiosi, sindrome aspecifica della modernità, per usare la bella espressione di un grande studioso, hanno ovviamente mutato pelle: non sono più le streghe messe al rogo o gli eretici cui venivano cavati i denti per discolparsi. E, anche lì, non siamo così sicuri che sia tutto cambiato, perché le frustate di piazza alle donne di Teheran senza velo o nelle aule scolastiche ci dicono che il cambiamento è sempre un cambiamento a metà". Si legge in una nota.
 
"Dalle nostre parti, - prosegue -  il conflitto religioso si è trasformato nei pregiudizi sull’esercizio dei diritti civili. In materia di cura, sessualità, procreazione, famiglia, c’è una sorda e reciproca indifferenza tra chi ostenta, ben protetto dal vecchio, di essere il nuovo e chi è convinto che agli altri, a tutti gli indistinti altri che non sono già riconosciuti per legge, non possa essere concesso alcunché. E sono ancora più pericolosi i conflitti in cui la religione si traveste da identità nazionale e fornisce argomenti che sono utili ai carri armati quanto le munizioni: tra Russia e Ucraina, gli interessi geopolitici del mondo si mascherano da questioni di identità. Con questo spirito è nato il corso di Alta formazione, presso l’Università Magna Graecia, dal titolo “Libertà religiosa, peace keeping e tutela giurisdizionale dei diritti umani” (iscrizioni aperte sino a marzo, si vedrà): con una decina di altri docenti – avvocati, colleghi, professionisti dei media – abbiamo convenuto che una cosa così apparentemente controtendenziale fosse quanto di più concreto potessimo porgere alle giovani lavoratici e lavoratori, alle aspiranti tali e in quali settori".
 
"La libertà di coscienza oggi non è quella dello Stato ottocentesco, - evidenzia la nota - ma il tentativo di trovare un bilanciamento sostanziale tra ciò che è politicamente corretto, ammesso, plausibile, necessario, e ciò che non lo è. Per scoprire poi che la sguaiataggine e i toni da crociata sono perfettamente compatibili al nostro tempo: a meno che non si eserciti linearità e conoscenza di pensiero critico. Delle guerre, di quelle in atto e delle loro conseguenze globali su energia, ecologia e migrazioni, ci occuperemo sapendo che va solo refertata una ecografia agghiacciante. E, in tema di tutela giurisdizionale dei diritti, pensiamo che due cose o entrano nel nostro presente e nel nostro futuro o semplicemente un presente e un futuro non avremo: il processo deve funzionare meglio, ma non ogni conflitto merita un processo". 
 
"Si, andrò a Belfast, invitato a parlare di queste cose. In segno di gratitudine, innanzitutto, per le colleghe e i colleghi che hanno voluto far parte del Corso e per tutti quelli che non ci sono, ma i cui spunti sono anche inconsapevolmente stati determinanti a forgiarlo. E a Belfast queste storie valgono doppio, perché il conflitto politico-religioso è in Irlanda e Irlanda del Nord storia di morti, di canzoni, di lotte. Lo scontro tra lealisti anglicani ligi alla corona e insorti cattolici ha forgiato la politica britannica delle autonomie locali – in Scozia, forse con meno ambulanze e tenute antisommossa, la questione è stata culturalmente ancora più avvertita. 
Si parte tuttavia per l’estate di Belfast, a volte carica di pioggia a volte carica di luci, anche perché c’è l’impegno di un Dipartimento, sul nostro territorio, che in tutte le sue materie e articolazioni, ha sempre tenuto a cuore la convegnistica, i legami internazionali, la qualità e l’impatto. Spesso riuscendoci, - conclude la nota - aprendo anche spazi dove non ce n’erano. Se le grandi riviste accademiche della politica, del diritto, della teoria dello Stato, della politologia … vogliono sentire che abbiamo da dire è merito delle studentesse e degli studenti che abbiamo avuto e di quelli che avremo: quello che lavoriamo per porgere loro entra con piena dignità in una platea assai più grande di noi".

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