Bene confiscato dato a Parigi: era del "re dei videopoker" di Reggio Calabria

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  16 aprile 2021 14:08

Era di Gioacchino Campolo, il re dei videopoker, l'immobile confiscato in via definitiva nel 2015 dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria e assegnato dal Comune di Parigi a un'associazione che si occupa della tutela delle donne vittime di violenza, per il quale, nelle scorse settimane, il ministro della Giustizia francese Eric Dupond-Moretti aveva espresso la gratitudine all'Italia incontrando in videoconferenza la sua omologa italiana Marta Cartabia. Si è conclusa positivamente, quindi, la vicenda dello stabile che la Dda reggina aveva sequestrato e confiscato nella capitale francese all'imprenditore reggino.

Bene che faceva parte dell'ingente patrimonio immobiliare riconosciuto di provenienza illecita in conseguenza dei sistematici rapporti tenuti da Campolo con le cosche De Stefano e Libri, e per il quale, nel 2017, la Procura di Reggio Calabria aveva chiesto alle Autorità francesi il riconoscimento della decisione di confisca. Dopo un complesso procedimento giurisdizionale, al quale hanno prestato supporto tecnico la Direzione generale degli Affari internazionali e della Cooperazione giudiziaria del Ministero della Giustizia italiano e i magistrati di collegamento, italiano e francese, la confisca è stata riconosciuta dall'autorità giudiziaria francese.

La destinazione sociale del bene è avvenuta da parte delle autorità francesi in conseguenza del sempre più avvertito riconoscimento dell'esigenza di restituire alla fruizione collettiva i beni provento di delitti della criminalità organizzata e che ha anche condotto l'Assemblea Nazionale, su ispirazione della legislazione italiana varata nel 1996, ad approvare lo scorso 1 aprile 2021 specifiche disposizioni di legge. All'incontro in videoconferenza dell'8 aprile scorso tra Cartabia e Moretti, nel corso del quale è stata ufficializzata la consegna del bene alle autorità francesi, ha fatto seguito un incontro tra due delegazione di magistrati ed esperti francesi ed italiani, anche della Procura di Reggio e dell'Agenzia nazionale per i beni confiscati, per discutere dei rispettivi modelli legislativi ed organizzativi e mettere a punto ulteriori rapporti di collegamento. "La vicenda - è il commento del procuratore Giovanni Bombardieri e dell'aggiunto Gaetano Paci - evidenzia ancora una volta la capacità della 'ndrangheta di inserirsi nel tessuto economico e sociale anche al di fuori dei confini nazionali e ribadisce la necessità di rafforzare il coordinamento in ambito europeo per una efficace azione di contrasto".

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