Bersani in Calabria, il racconto di una cittadina: “La potenza di un gesto, semplice nella sua valenza simbolica“

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images Bersani in Calabria,  il racconto di una cittadina: “La potenza di un gesto, semplice nella sua valenza simbolica“
Pierluigi Bersani
  30 settembre 2025 21:48

Il 29 settembre in un tranquilla sera di inizio autunno abbiamo avuto la gradita visita di un “vero big” della politica italiana, Pierluigi Bersani, un leader vecchio stampo di grande cultura politica e un uomo di una pacatezza disarmante.

Non voglio parlare del bellissmo discorso di Bersani tranquillo, puntualee condivisibile come sempre con il quale è riuscito a incantare il pubblico che è rimasto ad ascoltarLo in religioso silenzio, molti altri più esperti entreranno nelle pieghe della sottile dissertazione del leader PD.Intendo, piuttosto, fare riferimento e commentare un gesto e un momento di una potenza, a mio avviso, grandiosa.

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Erano le 8,30 di sera e Bersani, appena arrivato, stava sistemandosi sul palco dove avrebbe dovuto svolgersi e si è poi svolto il dibattito politico, quando un signore non più giovane, ma molto determinato si è avvicinato al palco e ha voluto a tutti i costi stringergli la mano ed interloquire con lui. Gli organizzatori e il pubblico si sono subito affannati a cercare con le parole di dissuaderlo, solo io ho detto sommessamente lasciatelo stare è un momento bellissimo. Dopo due minuti il signore in questione ha raggiunto il pubblico contento e soddisfato di quell’incontro e alla conclusione del dibattito, quando tutto si è sciolto, lo stesso signore che aveva assistito in rigoroso silenzio in piedi con la sua stampella grida a gran voce e con voce accorata “50 anni di militanza, 50 anni di militanza”.

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Nessuno sa cosa si siano detti i due, ma non ha importanza, ciò che importa è che sia avvenuto questo incontro bellissimo e dolcissimo, segno di una militanza d’altri tempi, ma di cui abbiamo bisogno, un bisogno disperato; perchè la politica deve ritornare ad essere militanza convinta (in qualunque partito o movimento ciò avvenga) e incontro continuo con l’altro (anche se ti deve comunicare solo una sua emozione del momento). In un attimo mi sono comparsi davanti agli occhi e nella memoria 50 anni di vita con mio padre che non ha smesso un momento di militare, ma soprattutto di incontrare e di ascoltare; ascoltare il bisogno, ascoltare l’emozione, ascoltare la lamentela, ascoltare la richiesta di aiuto, sempre e comunque per strada, nel suo studio, in treno.

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Per questo penso che dal semplice gesto (del militante) e dall’apparentemente banale incontro (tra il militante e il suo politico)debba essere tratto un insegnamento profondo e concreto. La politica oggi ha smarrito la sua essenza più profonda ed è diventata inutile scontro e sgridazzate come quelle di alcuni leader italiani (non quelli pochissimi che io considero tali, naturalmente) e le ultima campagne elettorali sono state tutte urlate a suon di denari, come agli incanti in una fiera di paese il dono viene elargito a chi offre di più, 500 euro a studente, 100mila euro a persona, milioni e milioni di euro con cui ci fanno girare la testa e solo quella. E molti di noi calabresi (non io di certo che la ho già persa dietro alle mie battaglie) la perdono la loro testa per percorrere strade sbagliate.

In questo momento mi sovviene in aiuto, come sempre, la mia cultura classica e penso a Locoonte che invitata e cercava di convincere i troiani a non portare dentro le mura il cavallo di legno che i troiani avevano interpretato come un dono lasciato dai greci prima della partenza; le parole di Lacoonte, che possiamo leggere nel secondo libro dell’Eneide di Virgilio al verso 49, sono un grande monito per la Calabria, per l’Italia e per il mondo intero:timeo Danaos, dona ferentes”, temo i Danai, anche se portano doni”. In Calabria il cavallo di Troia è alle porte e noi lo stiamo portando dentro, anzi lo abbiamo già dentro e rischiamo di farlo restare tra noi, mentre la Calabria sta bruciando ed è l’ultima regione d’Italia e tra la ultime d’Europa.  Ci sarà uno Schleimann scopritore delle nostre rovine?

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