di CLAUDIA FISCILETTI
Numerosa l’affluenza di oggi alla Santa Messa in onore di San Vitaliano, santo patrono di Catanzaro.
La funzione, svoltasi nella Basilica dell’Immacolata Concezione satura di gente che è rimasta anche in piedi per prendervi parte, è stata celebrata dall’Arcivescovo metropolita Mons. Vincenzo Bertolone.
In quest’occasione sono stati anche cresimati i candidati provenienti dalle varie parrocchie dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace.
Stasera si terrà la consueta processione in onore del santo patrono del capoluogo, dalle ore 19.
Molto sentita l'omelia del Vescovo Metropolita della Curia di Catanzaro Squillace, Vincenzo Bertolone.
Ecco cosa ha detto il Vescovo:
Carissimi, sorelle e fratelli; confratelli presbiteri, diaconi, consacrate/i: con il Salmistalodiamo e ringraziamo il Signore per avere scelto noi per il patrocinio del Vescovo san Vitaliano! In questo giorno di festa, il Vangelo ci offre una preziosa indicazione per il nostro modus vivendi umano e cristiano: essere sale e luce.
4. Ancora più necessaria all'esistenza umana appare la "luce", dalla quale dipende qualsiasi forma di vita e senza la quale l'uomo non riuscirebbe a orientarsi nel mondo. L'immagine della luce è biblica. L'autore dell'Esodo presenta la gloria di Jahvè "come fiamma abbagliante". In Is.60,19 è chiamata "luce sempiterna". La Bibbia usa immagini luminose per parlare di Dio: " Fa’ brillare su di noi, Signore, la luce del tuo volto! Nella tua luce vediamo la luce. Lampada per i miei passi è la tua parola. Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura?"“Voi siete la luce del mondo…”: chi “sa” di Cristo, è luce. Infatti, quella candela accesa nel giorno del nostro Battesimo altro non è che la luce di Cristo, penetrata in noi grazie all’azione dello Spirito Santo. Essa ci rende portatori di una luce che non viene da noi, ma ci è stata data in dono perché la custodissimo e la condividessimo, cioè fare in modo che non si spenga mai; la si condivida e si consumi, bruciando, rischiarando ogni cosa. E così rendere visibile ciò che è invisibile, dare ragione della nostra speranza e della nostra gioia, avvolgere e attraversare ogni cosa con la sapienza luminosa del Vangelo perché tutto si converta in luce. La luce di cui si parla è quella dell'uomo: il giusto, inondato dalla luce divina, diventa a sua volta fiaccola che risplende e riscalda. Il discepolo di Cristo partecipa della luminosità di Dio, come Mosè che scendeva dal monte portando il riverbero della sua divina maestà (Es 34,35). Matteo parla altrove della limpidezza dell'occhio che dà splendore a tutta la persona(6,22-23). Nessuno deve rimanere estraneo al fascino spirituale del vero credente. Al pari della luce,penetra nei più profondi e nascosti ricettacoli del cuore umano e ne mette a nudo le lacune. Ma la luce vera non è quella delle parole, forse nemmeno quella della verità teorica, ma delle "buone opere"(KALÁ ERGA). Matteo intende parlare della benevolenza, della bontà, dell'amore, dello spirito di servizio, che può diventare luce per quanti li sperimentano. Ma i discepoli come possono pretendere di dare luce al mondo? La forza del cristianesimo non è la parola, ma la virtù, la coerenza, la fedeltà, la santità della vita. "La bontà e la carità di alcuni preti, di alcune suore e di laici cattolici, da noi incontrati, hanno influito di più sulla nostra vita che non tanti libri o tante prediche". Sono i fatti, quelli che contano nella vita.Cristo non ha più vangeli, che i cristiani possano leggere ancora, ma ciò che si fa con parole ed opere, ovvero l'evangelo che si scrive con la vita.
5 .La responsabilità della missione. Ecco la missione della testimonianza al modo del sale e della luce che presuppone l’imitazione di Cristo e la trasformazione in Cristo e quindi e dell’annuncio del Vangelo della misericordia di Dio, dellaconcretezza e della semplicità del compiere le opere buone e nel farlo con amore. Diceva Raoul Follereau nel suo testamento ai giovani: “Rinunciate alle parole sonore ma vuote. Non guarirete il mondo con dei punti esclamativi”. Il mondo si cambia veramente con il fascino di una vita vissuta naturalmente e senza ostentazioni secondo lo spirito misericordioso delle beatitudini. Nietzsche, il famoso filosofo tedesco, pur dichiarandosi ateo redarguiva i cristiani: “Se la buona novella della vostra Bibbia fosse anche scritta sul vostro volto, voi non avreste bisogno di insistere perché si creda all’autorità della Bibbia: le vostre opere dovrebbero rendere quasi superflua la Bibbia, perché voi stessi dovreste costituire la Bibbia viva”.
Lasciamoci interrogare dalla nostra tradizione storica, culturale e turistica, nella conoscenza sempre nuova delle persone, cerchiamo assieme le soluzioni per costruire la civiltà dell’amore qui a Catanzaro ed in tutta l’arcidiocesi.
Lasciamoci orientare dalla luminosa figura di san Vitaliano e cerchiamo con grande senso di responsabilità di essere uomini e donne luminosi e illuminanti. Lasciamoci inondare dalla luce di Cristo e diventiamo segni luminosi della sua presenza.
Carissimi, anche noi siamo stati salvati e liberati dall’acqua battesimale e portati nella terra promessa del grembo della nostra mamma: la Chiesa. Come ogni mamma, la Chiesa ci fornisce il latte spirituale dei sacramenti; ci accarezza con la tenerezza del perdono dei nostri errori e peccati; ci allieta con le feste dell’anno liturgico, espressioni gioiose del suo volto di madre. Oggi, soprattutto, ci fa gustare la gioia e la bellezza del Paradiso: se la festa patronale è così bella, così ben preparata, così sentita, immaginiamo che cosa sarà il Paradiso! La Vergine Maria Immacolata, per intercessione del vescovo san Vitaliano, ci conduca per mano lungo la via di liberazione del male e ci prepari alla gioia senza fine! Preghiamo lo Spirito Santo, perché pieghi le nostre rigidità interiori, bruci le scorie negative del male, scaldi le nostre infermità gelide e ci aiuti a costruire ogni giorno intorno a noi frammenti di cielo. Amen!
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