di BIAGIO MERANDI
È di questi giorni la notizia di una vasta operazione condotta dalle forze dell'ordine allo scopo di individuare e sanzionare i percettori arbitrari del Reddito di cittadinanza. In realtà tale operazione è solo l ultima in ordine cronologico, perché abbiamo notizie dei cosiddetti " furbetti " del reddito già dai primi tempi dall introduzione di questo strumento.
È bene innanzitutto chiarire che l'uso del termine "furbetti " è già di per sé fuorviante, errato anche sul piano della etimologia stessa, in quanto l'azione compiuta dai soggetti scoperti si configura in un vero e proprio reato, quello di truffa ai danni dello Stato. Su di un piano morale, la vicenda assume gravità ancora maggiore, in quanto costituisce un vergognoso atto di inciviltà non solo nei confronti dei contribuenti che attraverso le tasse alimentano il bacino di tale strumento, ma anche nei confronti degli stessi percettori del reddito "onesti", bisognosi davvero di un aiuto al sostentamento, i quali si vedono riversare addosso carichi di odio e improperi ingiustificati!
Il Reddito di cittadinanza costituisce un sostegno importante per le famiglie o per i singoli in difficoltà, un ombrello per coloro i quali vivono situazioni di povertà assoluta, e quando si parla di povertà assoluta ci si riferisce alla reale impossibilità, in alcune famiglie, di mettere in tavola i due pasti principali quotidiani.
In Italia si registra un incremento spaventoso della povertà, specie in questa fase drammatica di crisi pandemica che stiamo attraversando. I poveri si attestano in più di 5 milioni.
"Chi manifesta la volontà di vedere abolito il Reddito di Cittadinanza, importante sostegno per cittadini e cittadine che ne hanno estremo bisogno, dovrebbe studiare meglio questi dati [...] Bisogna incentivare iniziative sociali volte al benessere della collettvità. Volerle reprimere è vergognoso". Condivido quanto ha affermato l europarlamentare del PD Andrea Cozzolino, e non potrebbe essere diversamente. Ciò non significa che il Reddito di cittadinanza non faccia registrare delle gravi mancanze sul piano strutturale, e chi scrive ha avanzato molte perplessità sin dai primi giorni di vita di questa manovra. Un soglia di elargizione forse un po' troppo alta, figure quasi mistiche, eteree, come i navigators, nate come una guida ma risultate essere del tutto inutili, al punto di trovarsi loro stessi nella paradossale situazione di chiedere il Reddito di cittadinanza!
Il Partito Democratico, sotto il governo Gentiloni, si era mosso in una direzione simile. La nostra parlamentare Enza Bruno Bossio da anni spinge a favore di un reddito che non sia solo di cittadinanza, ma universale, affinché la dignità di ogni persona possa essere tutelata, e intendo qui rimembrare che nel corso del primo lockdown totale, in un tempo in cui la cassa integrazione non arrivava e si agitavano le prime proteste, l'On. Bruno Bossio chiese con forza un reddito minimo di sostegno, un contributo di solidarietà a favore delle migliaia di persone che improvvisamente persero il lavoro.
In conclusione, è necessario porre all'attenzione di tutti una piccola riflessione. La responsabilità è sempre individuale, ragione per la quale l'inciviltà e il rifiuto delle leggi da parte di alcuni, pochi o numerosi siano essi, non inficiano il fine importante di uno strumento come il Reddito di cittadinanza, che per tante famiglia costituisce il solo appiglio sicuro al quale aggrapparsi.
Da qui appare evidente come il mercato del lavoro abbia bisogno di una seria riforma, attraverso strumenti efficaci in grado di preparare i giovani al mondo del lavoro, ma è questo un percorso che nulla ha a che fare con la situazione di indigenza di migliaia di persone. Lavoro e povertà sono facce della stessa medaglia. La sfida che attende la politica è tutt'altro che semplice, ma non irrealizzabile, purché si agisca in fretta!
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