Sono venti gli indagati per cui la Procura della Repubblica di Catanzaro ha chiuso le indagini nell'ambito dell'operazione "Big Bang", scattata a fine marzo scorso. Al centro del blitz coordinato dalla Dda di Nicola Gratteri, le famiglie Mannolo, Scerbo, Zoffreo, Falcone ritenute a vario titolo responsabili dei reati di associazione di tipo mafioso, usura, estorsione ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone, tutti reati aggravati dal metodo mafioso.
Alfonso Mannolo (82 anni), di Cutro; Pietro Scerbo (74 anni), di Cutro; Mario Scerbo (43 anni), di Cutro, il dj Andrea Martino Sirelli (43 anni), di Sellia Marina; Volodymyr Nemesh (32 anni), ucraino; Mario Falcone (67 anni), di Cutro; Leonardo Falcone (57 anni), di Cutro; Leonardo Curcio (52 anni), di Cutro; Leonardo Trapasso (52 anni), di Cutro; Tommaso Trapasso (43 anni), di Cutro; Salvatore Macrì (53 anni), di Cropani; Antonio Scicchitano (49 anni), di Botricello; Giuseppe Talarico (36 anni), di Catanzaro.
Dante Mannolo (53 anni), di Cutro; Pietruccia Scerbo (46 anni), di Cutro; Marco Falcone (43 anni), di Cutro; Moreno Bertucci (50 anni), di Sellia Marina; Giuseppe Capicotto (47 anni), di Catanzaro; Egidio Zoffreo (49 anni), di Cutro; Giovanni Zoffreo (27 anni), di Botricello; Fabio Mannolo (35 anni), di Crotone.
Stralciata la posizione dell’ex consigliere regionale Mario Frank Santacroce (50 anni), avvocato di Catanzaro, finito nei guai con l'accusa di rivelazione di segreti.
L’indagine, diretta dalla Procura Distrettuale di Catanzaro e condotta dai Carabinieri della Compagnia di Sellia Marina, ha preso avvio da due atti intimidatori avvenuti il 13 novembre 2018 nei confronti degli esercenti di due esercizi commerciali di Sellia Marina, davanti ai quali erano state posizionate delle taniche di benzina.
Le investigazioni svolte, grazie anche alla collaborazione di alcune delle vittime, hanno consentito di ricostruire l’attività usuraria svolta dagli indagati a danno dei commercianti e dei piccoli imprenditori in condizioni di difficoltà economica, con l’imposizione di tassi usurari compresi tra il 120% e il 150% su base annua e l’impiego di condotte estorsive finalizzate a ottenere il pagamento dei ratei mensili da parte delle vittime.
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