Illustrati anche i numeri della pandemia: in Calabria +100mila cassaintegrati, fra i disoccupati sempre più donne e giovani
04 febbraio 2021 15:56di VALENTINA CELI
Il 2020 è stato un anno disastroso, ma avrebbe potuto esserlo ancora di più. È questa la considerazione del presidente nazionale dell’Inps Pasquale Tridico, che è intervenuto alla presentazione del Bilancio sociale Inps Calabria relativo al 2019. Secondo il presidente, gli aiuti a sostegno dei lavoratori e delle imprese stanziati lo scorso anno sono serviti a mitigare l’impatto della pandemia. Non nega che il contesto calabrese sia di per sé difficile da riequilibrare, tuttavia non traccia un bilancio completamente negativo. “Alla luce di tutti i provvedimenti e i decreti – spiega Tridico – come il decreto Cura Italia, del blocco dei licenziamenti, delle politiche di sostegno e di tutela di occupazione e reddito, i danni causati dalla pandemia sono stati di gran lunga inferiori rispetto a quelli che sarebbero potuti avvenire in assenza di policy”.
Nel Bilancio sociale Inps - presentato oggi con mesi di ritardo a causa del Covid - sono infatti confluiti dati indicativi della situazione sia del 2019 che del 2020 (il Bilancio ufficiale dello scorso anno sarà divulgato entro l’estate). Nel report emerge l’attenzione che le sedi calabresi dell’Inps hanno nel rapporto con il pubblico: il servizio calabrese è al terzo posto su scala nazionale.
“Il 2020 ci ha messo alla prova - racconta Giuseppe Greco, direttore regionale dell’Inps – e con un pizzico d’orgoglio dico che qui in Calabria abbiamo ottenuto risultati rilevanti, per certi versi inusuali per una realtà come la nostra. Siamo risultati terzi per qualità del servizio reso. Abbiamo cercato di dare corso al maggior numero di istanze possibili con celerità. Un risultato dei nostri lavoratori, che si sono così impegnati per manifestare la propria vicinanza al resto della cittadinanza, dandosi da fare oltre i limiti previsti ”. In vista del nuovo Governo, che proprio in queste ore potrebbe formarsi, il direttore raccomanda: “Qualunque sarà l’esecutivo, non potrà che tenere conto di come spendere i soldi del Recovery fund. Ci sono moltissime possibilità: il mio auspicio è che siano rivolte ad una rapida ripresa occupazionale in Calabria e in Italia”.
I NUMERI DEL BILANCIO: BOOM DI CASSA INTEGRAZIONE, CALO BONUS NATALITÀ
Gli ultimi 12 mesi in particolare hanno fatto registrare un boom di richieste di cassa integrazione: oltre 100mila in Calabria. A beneficiarne sono stati oltre 344mila lavoratori. Inoltre è subentrato il Bonus Covid, che è stato erogato a quasi 150mila persone. Ma sono risultate in crescita anche le domande di cassa integrazione guadagni e di indennità per il settore agricolo.
Particolarmente colpiti dalla pandemia sono stati i giovani e nello specifico le donne, che si ritrovano ad avere contratti precari e spesso sono costretti a lavorare in nero o ad uscire dal mondo del lavoro. Come spiega Gianfranco Trotta, presidente del Comitato Inps regionale, era già in atto la tendenza a servirsi di contratti para-subordinati: “Questo indica una precarizzazione del lavoro perché diminuisce l’impiego stabile. In una realtà come quella calabrese che non ha una tenuta economica sociale è un dato sensibile”. A soffrire del lockdown sono stati “soprattutto i settori manifatturiero, il turistico – continua Trotta – e parte della grande distribuzione. Anche il commercio. Quasi tutti i settori sono stati toccati. Vedremo i dati definitivi nel prossimo report”.
Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza sono stati 63mila nuclei familiari a beneficiarne. In totale 166mila persone hanno ricevuto un assegno mensile medio di 494 euro.
Per le donne permane anche il divario salariale: costituiscono il 57% degli aventi diritto alla pensione, ma incassano solo il 49% del totale, segno che i livelli salariali e contributivi le penalizzano. E la mancanza di stabilità lavorativa incide sulla natalità: già nel 2019 erano in netto calo le domande per il Bonus bebè (- 2.545 richieste) e Bonus mamma domani (-1764).
“La crisi ha peggiorato la situazione occupazionale dei soggetti più fragili – illustra il presidente Tridico - cioè donne e giovani. Negli anni della crisi finanziaria 2009-2012, la loro occupazione era al 36%; oggi siamo al 29% a livello nazionale”.
Una diminuzione delle nascite a cui si accompagnano anche la fuga di cervelli (circa 12mila persone hanno lasciato la Calabria per motivi di studio o lavoro) e l’aumento della mortalità. “Io vengo dalla Calabria – commenta il presidente Tridico - e ogni anno noto lo spopolamento della nostra terra, dei piccoli paesi e delle aree interne soprattutto. Sempre meno occupazione e più pensionati. Quindi alzare il numero dei lavoratori attivi è una priorità in Calabria, soprattutto considerato che i tassi di occupazione, in particolare quella femminile, sono molto bassi”.
Trotta si augura che chi andrà al governo legga questo report e vada oltre le statistiche: “Ogni numero è una storia, un cittadino di cui prendersi cura. La politica si interessi ai dati dell’Inps per realizzare un piano del lavoro che aiuti imprese e famiglie verso la ripresa”.
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