"Claudio Scajola e Vincenzo Junior Speziali erano parte di un progetto criminale ed erano coinvolti nella latitanza di Marcello Dell'Utri".
Lo ha detto, nella sua requisitoria il procuratore della Repubblica aggiunto di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, nel corso dell'udienza del processo "Breakfast" in cui sono imputati di procurata inosservanza della pena e di avere favorito un'associazione mafiosa l'ex ministro dell'Interno ed attuale sindaco di Imperia; Chiara Rizzo, ex moglie di Amedeo Matacena, latitante a Dubai, la segretaria ed il collaboratore dello stesso Matacena, Maria Grazia Fiordalisi e Martino Politi.
Il procuratore Lombardo ha parlato di "sovrapponibilità tra la vicenda Matacena e quella dell'ex senatore Dell'Utri, fuggito in Libano dopo la sentenza definitiva della Cassazione per concorso esterno in associazione mafiosa, particolari che Scajola conosceva e di cui avrebbe parlato con Speziali", uomo d'affari originario di Catanzaro emigrato da tempo a Beirut per motivi familiari.
Scajola, secondo la ricostruzione del pubblico ministero, pur non nutrendo grande fiducia in Speziali, aveva comunque accettato il suo interessamento per proteggere Amedeo Matacena. Secondo Lombardo, allo stato delle cose, emerge "la conferma definitiva dei collegamenti stabili tra Scajola e Speziali", anche con riferimento alla protezione di latitanti eccellenti, come Amedeo Matacena, che tentava invano di raggiungere il Libano per sottrarsi alla giustizia italiana".
La pubblica accusa ha annunciato le proprie richieste in occasione della prossima udienza del processo, fissata per lunedì prossimo, 4 novembre.
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