Blitz a Catanzaro, gli imprenditori coraggiosi che hanno denunciato i loro "aguzzini"

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Francesco Messina e Nicola Gratteri
  18 aprile 2023 12:27

di TERESA ALOI

"Una pressione mafiosa sul territorio di Pistoia, Corvo, Aranceto, Germaneto e Catanzaro Lido".

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Un gruppo criminale "costituito da soggetti nomadi stanziali a Catanzaro organizzati con le medesime modalità delle associazioni 'Ndranghetistiche " così come emerge  dalle intercettazione captate nel corso dell'indagine che stamattina ha portato all'arresto di 63 persone. 

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Tra le pagine dell'ordinanza firmata da Filippo Aragona, "il clan degli zingari" che acquisisce "sempre di più una sua autonomia rispetto alle predette cosche fino a divenire un gruppo mafioso con un proprio programma criminoso che si inserisce nell'assetto `ndranghetistico in competizione con le altre associazioni mafiose".  Capace di intimidire a tal punto da "assumere una sua autonomia strutturale e operativa rispetto alle altre cosche di ndrangheta grazie al fatto che le cosche mafiose storiche operanti a Catanzaro, Cutro e Isola Capo Rizzuto hanno conferito ai capi del clan degli zingari doti di 'Nndrangheta per consentire loro di interagire all'interno delle dinamiche mafiose".

Armi, droga, estorsioni ai danni di imprenditori che come ha riferito nel corso della conferenza stampa i  Francesco Messina, direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato "hanno avuto il coraggio di reagire  alle imposizioni estorsive".

"Molto rilevante - si legge nell'ordinanza - le disposizioni impartite  affinché venisse inviato un messaggio mafioso ad un imprenditore con l'avvertimento che se non avesse corrisposto quanto richiesto dal clan egli non avrebbe più potuto lavorare".  

Messaggi che si cristallizzano in decisioni di  estorcere denaro ad un imprenditore e che emergono dai dialoghi  riguardo  l'imposizione del servizio di guardiania in relazione ad alcune villette in costruzione. 

E così "si perlustrano le zone, si pianificano le attività estorsive rientranti nel programma criminoso del gruppo mafioso e si  individuano i cantieri edili da vessare tramite lo schema del furto/richiesta estorsiva per la restituzione del bene/bottiglia incendiaria per piegare la vittima".

Imprenditori "coraggiosi", dunque: come chi riferisce di aver subìto il furto di un escavatore da parte di nomadi e di aver ricevuto una richiesta estorsiva di  2000 euro per riottenere la restituzione del mezzo rubato. O chi  riferisce di aver subito numerosi furti e danneggiamenti "indicando genericamente i nomadi quali responsabili di tali atti ma non specificando alcun nome, evidentemente a causa del timore di patire altre ritorsioni". O, ancora, chi conferma di aver subito intimidazioni degli zingari. 

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