Bomba di Limbadi: restano in carcere De Marco e Criniti ma annullate le accuse di omicidio e estorsione

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L'automobile dopo l'esplosione della bomba a Limbadi
  27 novembre 2020 11:51

Rimangono in carcere Filippo De Marco, 41 anni, di Vibo Valentia e Antonio Criniti, 30 anni, di Cinquefrondi, indagati dalla Dda di Catanzaro nell'ambito dell'operazione "Demetra 2", il blitz che un mese fa ha portato all'arresto di 7 persone per l'autobomba di Limbadi (Vibo Valentia), la quale uccise il biologo caporalmaggiore Matteo Vinci e ferì in modo grave il padre Francesco Antonio. L'esplosione è avvenuta il 9 aprile 2018.

Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha confermato la misura cautelare detentiva ma ha annullato ad entrambi due capi di imputazione: l'omicidio e l'estorsione.

De Marco è difeso dagli avvocati Vincenzo Cicino e Giuseppe Orecchio, mentre Criniti è assistito dal legale Pamela Tassone. 

Per questo filone dell'indagine, le misure cautelari sono state eseguite a carico di 7 persone, accusate, a vario titolo, oltre che dei reati di omicidio e tentato omicidio, anche di danneggiamento, porto di esplosivi, tentata estorsione e traffico di sostanze stupefacenti. Già erano stati assicurati alla giustizia, i mandanti dell’efferato omicidio, appartenenti alla famiglia “Mancuso”mentre "Demetra 2" si è concentrata sui presunti esecutori materiali dell'omicidio.

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