"Quanto registrato nelle ultime ore nel cantiere del centro residenziale del porto di Lido, con la bottiglia incendiaria fatta ritrovare vicino a un escavatore quale ennesimo episodio grave di una lunga serie, mi ha scosso. Perché, anche se si tratta di un episodio apparentemente non grave considerato come grazie a Dio nessuno abbia riportato danni, è il fin troppo chiaro segnale di un quartiere quasi allo sbando. La Marina, insomma, sembra abbandonata a se stessa. Mentre sarebbe urgente un valido piano della sicurezza contro la criminalità. Macro e micro". E' quanto si legge in una nota di Fabio Celia, capogruppo in Comune e segretario cittadino del Partito Democratico.
"Prima di esprimere ogni ulteriore considerazione di carattere politico, però, - prosegue - permettete che mi stringa intorno a un imprenditore serio come Michele Critelli, purtroppo vittima di tale minaccia. Perché compie sacrifici quotidiani per creare ricchezza e lavoro. E soltanto quanti, come me, sono impegnati nella stessa attività, che pure nulla c'entra con il settore edile, sa bene cosa significhi. E quanto, di conseguenza, valga. Quanto, cioè, restituisca alla collettività in termini positivi, malgrado sia un'iniziativa economica privata. Messo in luce tale fondamentale dato, bisogna tuttavia tornare sulla questione chiave: la sicurezza a Lido e tutta la città naturalmente. Aspetto su cui altri colleghi, in un certo senso tecnici della materia, si sono già espressi. Io, però, non lo farò, non avendone le competenze. A me, comunque, consentite invece di parlare come l'uomo della strada. Che invoca da un lato un maggiore presidio delle forze dell'ordine e, dall'altro, la creazione delle condizioni per prevenire l'intervento repressivo nel quartiere. Che è pur sempre il sintomo di una patologia, diciamo così".
"E sul punto, prima di chiudere questa mia riflessione, parto da una considerazione: non possiamo subire passivamente atteggiamenti incivili e arroganti da parte di appartenenti alla comunità rom. Che, mai mi stancherò di ripeterlo, è in gran parte formata da gente onesta e perbene. Lo dico in maniera convinta, anche da esponente della sinistra che si sente tuttora orgogliosamente comunista e quindi con la cultura dell'accoglienza e dell'integrazione nei confronti di chiunque. Senza contare come, da cattolico praticante e osservante, consideri ogni persona una mia sorella o fratello. Ma non certo chi delinque, intimidisce, - conclude Celia - vuol guadagnare indebitamente dal sudore altrui senza meritarselo e non lavorando. Elementi così, infatti, vanno fermati e perseguiti, a prescindere da chi siano o quale gruppo appartengano!".
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