Bonaccini in Calabria: "Voglio un PD più popolare"

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  18 dicembre 2022 12:47

"Oggi siamo qui in Calabria, ho fatto due puntate al Nord ma è giusto perché la questione meridionale dev'essere una questione nazionale, non solo legata al Sud”.

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Lo ha affermato il presidente della Regione Emila Romagna, Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria del Pd, incontrando a Lamezia Terme (Catanzaro) iscritti e dirigenti del Pd calabrese in vista del congresso nazionale. “Ho fatto quasi sei anni il presidente della Conferenza delle Regioni e – ha aggiunto Bonaccini - conosco bene questa parte del Paese che merita però di essere accompagnata non in termini assistenzialisti ma con politiche per sviluppo e industriali che garantiscano qualità nei servizi, lavoro. Io sono molto curioso anche di ascoltare, perché serve molto questo, è soprattutto dire agli amministratori locali, a chi sta nei territori, che serve un Pd che sia molto più attento ai territori, un partito visto troppo romanocentrico. Vale anche in questa terra perché alle elezioni politiche o europee non ce la fa a prevalere ma poi nei Comuni e nei territori riesce anche a vincere quando il vento sembrerebbe contrario. E noi – ha sostenuto il candidato alla segreteria del Pd - dobbiamo togliere dalla panchina e mettere in campo tanti bravissimi amministratori, dirigenti che meritano di avere anche una ribalta nazionale. Voglio un partito più popolare, che stia di più in mezzo alle persone, come ho sempre fatto io”.

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“L'abbiamo detto a Calderoli: serve una legge quadro discussa in Parlamento”.  “Intanto - ha detto Bonaccini in riferimento all''Autonomia - il Pd nazionale, grazie al lavoro che abbiamo fatto nelle scorse settimane, è uscito 20 giorni fa con una proposta unitaria a nome anche di tutti i presidenti di Regione di centrosinistra, me compreso ma soprattutto compresi due presidenti del Sud autorevoli come Emiliano e De Luca. In Conferenza delle Regioni abbiamo chiesto, ho chiesto al ministro Calderoli di ritirare quella bozza, legittimo presentarla ma non era stata condivisa. E mi ricordo che alla fine del mio intervento è venuto a farmi i complimenti anche il presidente Occhiuto, che non mi pare un presidente del Nord né espressione del centrosinistra. L'autonomia differenziata – ha aggiunto il governatore dell'Emilia Romagna - si può fare, come prevede la Costituzione, solo a certe condizioni. La prima è che non spacchi il Paese, e per non spaccare il Paese intanto bisogna togliere dal campo questa discussione sui residui fiscali che richiama più la secessione che l'autonomia differenziata, dunque non se ne parli più. La proposta che io ho presentato alcuni fa nella mia Regione prevedeva nessun euro in più per le Regioni del Nord, anzi io dissi 'dateme uno in meno' perché per noi l'autonomia differenziata aveva due obiettivi: il primo non erano le risorse ma la programmazione degli interventi e degli investimenti, in un Paese in cui non si riesce a programmare perché non si ha certezza delle risorse che arriveranno da un anno all'altro, il secondo è la semplificazione”.

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