Bonifica in ritardo a Crotone, Eni si difende ma scatta una seconda diffida: "Basta omissioni"

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Bonifica in ritardo a Crotone, Eni si difende ma scatta una seconda diffida: "Basta omissioni"
Area ex Pertusola, Crotone
  11 maggio 2024 10:29

di STEFANIA PAPALEO

Ritardi? Omissioni? Inadempienze? Per Eni Rewind si tratta di "affermazioni prive di fondamento, sia nei fatti sia dal punto di vista tecnico-amministrativo", quelle contenute nella diffida inoltrata lo scorso 6 maggio dalla Federazione Provinciale di Crotone del Partito Democratico, per mano dell’avvocato Francesco Pitaro, per chiedere l'avvio delle operazioni di smaltimento dei rifiuti industriali derivanti dagli scavi del POB di Crotone fuori dalla Calabria e definendo il colosso internazionale dell'acciaio inadempiente rispetto all’“obbligo e impegno assunto” ben cinque anni fa.
LEGGI QUI L'ARTICOLO SULLA PRIMA DIFFIDA DEL 6 MAGGIO

Banner

Eni dunque replica, ma non scoraggia Pd e legale che, carta e penna alle mani, rigettano al mittente ogni tentativo di difesa e incalzano con un secondo atto stragiudiziale di diffida e messa in mora ritenendo "manifestamente priva di fondamento in fatto e in diritto nonché di alcun pregio giuridico" la tesi in questione. Il tutto con riserva di depositare un esposto alla Procura della Repubblica di Crotone.

Banner

L'avvocato Francesco Pitaro

Banner

Ma andiamo con ordine.

LA REPLICA DI ENI REWIND AL PRIMO ATTO DI DIFFIDA
Eni, dunque, non ci sta e in una replica, firmata in qualità di proprietaria del sito industriale di Crotone e responsabile dell’esecuzione del Progetto di Bonifica, spiega che "l’obbligo di smaltire i rifiuti fuori dalla Calabria non è maturato a seguito di un confronto tecnico o di un impegno Eni (come sembrerebbe alludere l’Autore della Diffida, utilizzando l’espressione “obbligo assunto”), ma è stato imposto dalla Regione Calabria, in assenza di un’istruttoria preventiva sulla effettiva disponibilità di discariche alternative e in contrasto alla normativa europea che prevede lo smaltimento dei rifiuti in prossimità della produzione. Tale prescrizione è stata introdotta nel provvedimento del 2 agosto 2019 (decreto dirigenziale n. 9539), con il quale è stato rilasciato il P.A.U.R. necessario per la costruzione in sito dei depositi preliminari funzionali agli scavi del POB Fase 2. Il vincolo imposto dalla Regione è poi confluito nel verbale della CdS del 24 ottobre 2019 ed è stato recepito nel Decreto Ministeriale del 3 marzo 2020 di approvazione del POB Fase 2". 

I VERBALI. "Come risulta dai verbali delle CdS, Eni Rewind ha documentato la carenza di discariche alternative a quella Sovreco di Crotone sin dal 2017 e successivamente più volte reiterata in incontri e lettere agli Enti Locali e Centrali, anche nei mesi precedenti l’emissione del Decreto del POB Fase 2 a marzo del 2020. Il fatto che la discarica Sovreco di Crotone risulti essere l’unica discarica aperta a terzi per rifiuti pericolosi con capacità residua sufficiente a soddisfare i fabbisogni del POB Fase 2 è desumibile anche dal Rapporto ISPRA sui rifiuti speciali pubblicato a luglio 2023 e dal parere depositato da ISPRA il 30 aprile u.s. agli atti della CdS del 3 maggio, in relazione ai risultati di un censimento svolto dallo stesso Istituto, anche mediante la somministrazione di un questionario alle discariche per rifiuti pericolosi, e con l’evidenza dei relativi riscontri. Si consideri, peraltro, che l’utilizzo della discarica di Sovreco per abbancare i rifiuti pericolosi e con TENORM rimossi dalle ex discariche fronte mare (a suo tempo autorizzate dalla Regione), a parità di capacità residua autorizzata non comporterebbe alcun aggravio di rischio per il territorio, andando a spiazzare rifiuti di analoga tipologia, che diversamente sarebbero comunque conferiti nella discarica di Sovreco da altri siti e da altre Regioni. Anzi l’utilizzo di Sovreco, per quella quota di rifiuti non smaltibile in altre discariche, consentirebbe di avviare gli scavi e, di conseguenza, abiliterebbe la rimozione di circa metà dei rifiuti da bonifica non pericolosi che attualmente sono abbancati nelle discariche ex Pertusola ed ex Fosfotec, quindi nel comune di Crotone, trasferendoli in impianti fuori regione, con ampia capienza in Puglia, Sicilia e Toscana. Si precisa che nel corso degli incontri con gli Enti Locali, già a partire dal 2022, Eni Rewind si è resa disponibile anche a finanziare e realizzare una nuova discarica in area da individuare con la Regione Calabria, eventualmente anche con una capacità maggiore, da destinare a interventi ambientali di interesse pubblico. Rispetto a tale proposta, che si precisa comporterebbe tempi più lunghi per l’avvio degli scavi rispetto all’utilizzo della discarica Sovreco (data la necessità di progettare, autorizzare e realizzare la nuova discarica), Eni Rewind non ha ricevuto alcun riscontro dagli Enti".

LE SPESE. "Del tutto priva di fondamento è anche l’affermazione secondo la quale vi sarebbe una condotta omissiva da parte della scrivente società sia per le ragioni appena esposte (oggettiva impossibilità di avviare gli scavi del POB in costanza del vincolo PAUR) sia perché la diffida non considera i numerosi interventi ambientali avviati e in parte già completati da Eni Rewind, nel rispetto dei provvedimenti autorizzativi adottati, e che hanno comportato una spesa complessiva ad oggi pari a ca.200 milioni di euro. A questi si aggiungono circa 70 milioni di euro versati a seguito della sentenza del Tribunale di Milano del 2012 sull’azione di responsabilità del danno ambientale, promosso dal Ministero dell’Ambiente verso Enichem quale successore della società Pertusola. Al riguardo è necessario ricordare che Eni Rewind (già Enichem) è subentrata nel sito nei primi anni Novanta, a seguito dei trasferimenti ex lege (area ex Pertusola) e dell’operazione Enimont (aree ex Agricoltura ed ex Fosfotec), dopo circa 60 anni di attività industriali gestite da società non appartenenti al
Gruppo Eni"

LA CONFERENZA DEI SERVIZI. Si richiama in particolare l’erronea affermazione della Vostra missiva nella parte in cui si afferma che “…nonostante siano decorsi circa 5 anni dalla detta conferenza di servizi, i pericolosi rifiuti …giacciono ancora all’interno della città di Crotone”. La Conferenza di Servizi a cui si fa riferimento è quella del 24 ottobre del 2019, ma il decreto del POB Fase 2 è di marzo 2020. Non solo, tale Decreto in linea con il POB presentato nel 2017, prevede che prima dell’avvio degli scavi siano necessariamente realizzati una serie di interventi propedeutici, tra cui in particolare: a) le caratterizzazioni aggiuntive e i monitoraggi propedeutici all’avvio degli scavi (2020-2021); b) la costruzione della scogliera a mare completata a settembre 2021; c) il deposito preliminare D15 non TENORM completato a luglio 2023. In parallelo, inoltre, Eni Rewind tra il 2019 e il 2024 ha eseguito altri interventi ambientali che, pur non propedeutici all’avvio degli scavi, sono previsti dal POB, e in particolare relativi alle sperimentazioni con impianti pilota per le tecnologie ENA e Soil Mixing (agosto 2020-settembre 2023) per ridurre la contaminazione della falda. Il 16 aprile 2024 Eni Rewind ha inviato al MASE la proposta di Fattibilità relativa alla Variante del POB Fase 2, a fronte della quale il MASE ha convocato una CdS preliminare per il prossimo 17 giugno in modalità asincrona, e che viene erroneamente indicata nella Diffida come prosecuzione dei lavori della CdS del 3 maggio (che ha altro oggetto).

I RISCHI PER L'AMBIENTE. "In relazione, infine, ai rischi per l’ambiente e la salute, si ribadisce che la barriera idraulica garantisce il contenimento della contaminazione all’interno del sito e la sua progressiva asportazione. I rifiuti sono abbancati nelle discariche storiche, Pertusola e Montedison, a suo tempo autorizzate dagli Enti. Certamente l’esecuzione del POB Fase 2 ridurrà ulteriormente i rischi ambientali, in linea con gli obiettivi di bonifica. In particolare, l’avvio degli scavi per la rimozione delle discariche storiche (e lo smaltimento in discariche autorizzate ed esercite secondo i migliori standard vigenti) potrebbe essere avviato già a fine 2024 se sarà superato il vincolo PAUR all’utilizzo della discarica di Crotone".

LA SECONDA DIFFIDA DELL'AVVOCATO FRANCESCO PITARO

Il Pd e l'avvocato Pitaro non si sentono affatto rassicurati dalla replica di Eni e vanno avanti nella battaglia a colpi di carta bollata ritenendo la nota di Eni Rewind "completamente priva di pregio e con cui, di fatto, è stato confermato l’obbligo a carico di Eni Rewind di smaltire fuori dalla Calabria i rifiuti pericolsi de quibus, e con cui sostanzialmente Eni Rewind prova a svicolare e ad eludere l’obbligo che sulla stessa incombe e che è efficace ed esecutivo". Il legale scrive: "Ed invero, nella detta Nota Eni Rewind si è limitata a dire che l’impegno di Eni Rewind a smaltire fuori regione i rifiuti non è stato assunto autonomamente ma “è stato imposto dalla Regione Calabria … Tale prescrizione è stata introdotta nel provvedimento del 2 agosto 2019 (decreto dirigenziale n. 9539) con il quale è stato rilasciato il PAUR … Il vincolo imposto dalla Regione è poi confluito nel verbale della CdS del 24 ottobre 2019 ed è stato recepito nel Decreto Ministeriale del 3 marzo 2020 di approvazione del POB Fase 2”. Insomma, Eni Rewind ha confermato che sulla stessa grava l’obbligo di smaltimento furori dalla Calabria dei detti rifiuti industriali. Nulla sposta il fatto che tale obbligo sia stato alla stessa Eni Rewind imposto dalla Regione Calabria e che sia confluito in atti amministrativi pubblici tra cui il verbale della Conferenza dei servizi del 24/10/2019 e il decreto Ministeriale del 3 marzo 2020".

L'avvocato Pitaro incalza: "Trattasi di atti amministrativi che sono giuridicamente validi ed esistenti ed efficaci ed esecutivi e, peraltro, allo stato, inoppugnabili e definitivi, ed a cui Eni Rewind deve dare esecuzione non avendo, ad oggi, assolto l’obbligo di smaltimento rifuti dalla Calabria negli stessi atti disposto". E ancora: "A nulla vale, inoltre, quanto dedotto illogicamente nella detta Nota da Eni Rewind, secondo cui “… l’utilizzo della discarica di Sovreco .. non comporterebbe alcun aggravio di rischio per il territorio”. Da ciò, per il legale, "si evince che Eni Rewind, pur avendo contezza dell’obbligo sulla stessa gravante, per effetto di atti amministrativi esecutivi ed inoppugnabili, vuole continuare a mantenere una condotta omissiva e inadempiente e utilizzare la discarica Sovreco al fine di trattenere in Calabria e a Crotone i detti pericolosi rifiuti. Né vale addurre, come fa pretestuosamente Eni Rewind, che quest’ultima avrebbe svolto “numerosi interventi ambientali” e ciò perché gli eventuali interventi ambientali svolti da Eni Rewind non hanno tuttavia contemplato l’esecuzione dell’obbligo, disposto con atti amministrativi definitivi ed inoppugnabili, di smaltire i rifiuti fuori dalla Calabria".

E ancora: "Del tutto inconferente è, poi, l’assunto secondo cui la condotta omissiva e inadempiente di Eni Rewindi non risale all’anno 2019 ma all’anno 2020 perché il decreto del POB fase 2 “è di marzo 2020”. Anche ove ciò fosse vero vi sarebbe comunque che Eni Rewind continua a mantenere la condotta omissiva da ben QUATTRO ANNI. Inoltre, e da tanto si evince l’intenzione di Eni Rewind di trattenere i pericolosi rifiuti in Calabria, nella detta Nota che si riscontra Eni Rewindi ha rilevato di essersi resa “disponibile anche a finanziare e realizzare una nuova discarica in aree da individuare con la Regione Calabria ...” e che “In relazione ai rischi per l’ambiente e la salute si ribadisce che la barriera idraulica garantisce il contenimento della contaminazione all’interno del sito…”. In buona sostanza, Eni Rewind con la Nota de qua ha ammesso che grava sulla stessa l’obbligo di smaltire i rifiuti fuori dalla regione Calabria, per come disposto in atti amministrativi definitivi ed inopponibili, ed ha, inoltre, ammesso di non voler procedere allo smaltimento fuori dalla Calabria dei detti rifiuti rilevando che non vi sono rischi per l’ambiente e la salute.

"Tutto quanto dedotto da Eni Rewind - aggiunge Pitaro - è inammissibile ed intollerabile e ciò in quanto l’obbligo di smaltimento dei pericolosi rifiuti fuori dalla Calabria deve essere eseguito ed inoltre perché la città di Crotone e la Calabria non vogliono trattenere nel proprio territorio i rifiuti pericolosi indiustriali che costituiscono veleni per il territorio e per la salute della comunità. Si coglie, pertanto, come la risposta di Eni Rewind, che ha ammesso e confessato l’obbligo sulla stessa gravante e l’intenzione di non adempierlo, è manifestamente priva di fondamento in fatto e in diritto nonché di alcun pregio giuridico. Il Partito democratico, in quanto ente portatore di interessi collettivi e superindividuali, radicato nel territorio, nonché soggetto particolarmente attento alla tutela dell’ambiente e della salute, con il presente atto, pertanto, ancora una volta, CONTESTA la condotta manifestamente omissiva e inadempiente tenuta da Eni Rewind e pretende che Eni Rewind osserva gli obblighi sulla stessa gravanti a tutela del territorio di Crotone e della salute della comunità".

CONDOTTE OMISSIVE DI ENI. Nel secondo atto di diffida, dunque, si ribadiscono le accuse di omissione e inadempienza a carico di Eni e la volontà della Federazione Provinciale di Crotone del Partito Democratico a diffidare Eni ancora una volta a "dare avvio, entro e non oltre sette giorni dal ricevimento del presente atto, alle operazioni di smaltimento dei rifiuti industriali di Crotone trasferendoli al di fuori della regione Calabria in esecuzione della conferenza dei servizi decisoria del 24/10/2019 e degli impegni assunti", riservandosi, "in caso di omessa adesione al contenuto del presente atto, di agire in sede giudiziaria a tutela del territorio e della comunità di Crotone e della salute dei cittadini al fine di ottenere l’effettivo smaltimento dei rifiuti al di fuori della regione Calabria ed anche in sede penale con il deposito di un esposto/querela direttamente nei confronti di tutti coloro che hanno omesso di dare esecuzione allo smaltimento dei rifiuti fuori dalla regione Calabria in virtù di atti immediatamente efficaci e vincolanti e di tutti coloro che hanno omesso di vigilare e controllare sulla esecuzione di tale obbligo chiedendo che si indaghi in relazione all’accertamento dei reati di cui agli artt. 452 bis c.p. (Inquinamento ambientale), 452 ter c.p. (morte o lesione come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale), 452 quater c.p. (disastro ambientale) e 452 terdecies (omessa bonifica) e di ogni altra ipotesi di reato".

 

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner