di AURELIO FULCINITI
"È passata solo qualche ora dall’elezione di Gianmichele Bosco a presidente del Consiglio comunale, con una convergenza di votanti e di spazio politico più larga del previsto e che ha come unico scopo il bene della città e soprattutto lo sbloccare dall’impasse una situazione che stava diventando surreale e per molti versi indecorosa. Da un mese non si riusciva ad eleggere il presidente del civico consesso per una serie di impuntature degne sicuramente non della politica seria, quanto delle liti tra bambini dell’asilo o delle elementari come tutti noi siamo stati, con la differenza che quasi tutti abbiamo smesso da grandi, mentre altri pare che siano rimasti all’asilo in Consiglio comunale. E le due ore e mezza di attesa prima che si iniziasse a votare, nella seduta decisiva, lo dimostrano ampiamente e certo non rendono a favore dei protagonisti della pantomima. Anzi, proprio il contrario, e l’opinione pubblica ormai è più attenta che in passato – anche grazie alle doverose riprese video delle riunioni del Consiglio comunale – e non dimentica.
Detto questo, qualcuno dovrebbe riflettere, e invece no: arriva subito chi, senza controllare il valore e il peso delle parole, scrive senza mezzi termini di “becero mercimonio”. I diretti interessati avrebbero mille ragioni per offendersi, ma è lecito pensare che abbiano le spalle più che larghe e che si possano scrollare di dosso certe accuse frettolose di ”do ut des” come fossero moscerini. Escludendo che il Sindaco Nicola Fiorita possa “mercificare” con qualcuno - e meno che mai i suoi assessori, persone di un livello umano, morale e professionale che definire specchiato è dire poco - ci si rende conto che la scelta di alcuni è stata dettata esclusivamente dall’amore per la città e dal non riconoscersi in un progetto politico dalle “gambe” tarlate e traballanti che era già fallito al primo turno. Ma se poi vogliamo approfondire i deliri di “becero mercimonio” dobbiamo risalire a chi è ancora nostalgico della Dc, senza rendersi conto la “balena bianca” è ormai morta e sepolta politicamente da molto più di trent’anni, nonché fiero sostenitore delle “grosse koalition” tipo Draghi (o Donato, se vogliamo, in piccolo) senza rendersi conto che il Governo Draghi è caduto (e quello di Donato non è mai cominciato). E detto questo abbiamo detto proprio tutto.
Alcuni dovrebbero riflettere sui loro errori e ammettere chiaramente: “Abbiamo fatto una pessima figura!”. Dovrebbero ricordarsi di quando hanno imbarcato nelle liste di tutto e di più, di quando a poche ore dal voto al primo turno hanno fatto “il brindisi per la vittoria” con tanto di champagne ed hanno perso miseramente, replicando la disfatta al ballottaggio quando erano convinti – non si sa come e perché – di poter ancora stravincere. Davanti a una serie tale di sconfitte da altre parti si farebbe autocritica, ma qui si rosica, con bambinesca perseveranza.
Intanto – per il senso di responsabilità di altri - la città può andare avanti e solo il tempo ci potrà dire come, anche se le sensazioni iniziali sono piuttosto positive".
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