Bova (Italia Nostra) scrive ad Occhiuto: "Calabria, 'un volgo disperso che nome non ha'"

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images Bova (Italia Nostra) scrive ad Occhiuto: "Calabria, 'un volgo disperso che nome non ha'"
Elena Bova, presidente Italia Nostra Catanzaro
  05 settembre 2024 15:50

Riceviamo e pubblichiamo la lettera scritta da Elena Bova a nome di Italia Nostra Catanzaro al presidente Roberto Occhiuto.

 

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"Caro Presidente Occhiuto,

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siamo certi che perdonerà il tono confidenziale con cui ci rivolgiamo a Lei; in fondo siamo tutti calabresi, tutti figli di questa terra, un po’ maledetta e un po’ benedetta, che da tempo immemorabile ci accomuna nella lotta che giornalmente combattiamo per tentare di stare al passo con altri territori italiani più fortunati della nostra regione.

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Non staremo qui a raccontarci la nostra storia, quella di un popolo dalle origini antichissime che ha attraversato il tempo lasciando di sé tracce indelebili di cultura, di potere, di ingegno, di saggezza, di umanità, di operosità, di sacrificio, alle quali, purtroppo, si è sostituito un amaro destino fatto di oppressione, di emigrazione, di discriminazione, di malapolitica, di malaffare, di povertà.

Presidente, non vorremmo sembrare catastrofici e non vorremmo nemmeno darLe un dispiacere, giacché abbiamo bene in mente le Sue reiterate dichiarazioni che descrivono una Calabria in grande spolvero; però, purtroppo, non riusciamo a trovare parole intrise di ottimismo per descrivere le odierne condizioni della nostra Terra e ci tornano in mente, invece, i versi dell’Adelchi con i quali il Manzoni ha affrontato il grande tema degli oppressi e degli oppressori. Ecco, a noi oggi la Calabria e i calabresi sembrano un “volgo disperso che nome non ha”, che non riescono ad essere artefici del proprio destino e le cui sorti vengono decise altrove, come un popolo oppresso e subalterno, appunto.

Sì, è vero, caro Presidente, che Lei, dopo un primo acritico appoggio al progetto leghista dell’Autonomia Differenziata, ha trovato modi e tempi per rivedere la sua posizione, invocando una moratoria e la definizione e finanziamento dei LEP per scongiurare la schiacciante vittoria – Lei ha previsto un sonoro 90 a 10 – del Referendum abrogativo e, chi sa, anche della sinistra alle prossime elezioni regionali.

Un ravvedimento tardivo, qualcuno ha detto. Ma noi non facciamo politica.

Italia Nostra, infatti, è un’Associazione ambientalista che fin dalla sua fondazione, nel lontano 1955, opera per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione, ed è su questi temi che desideriamo confrontarci con Lei per chiederLe come mai, nonostante alcune sue pubbliche dichiarazioni, stia colpevolmente omettendo di apporre Lei, caro Presidente Occhiuto che ne ha i poteri, una moratoria in Calabria sulle concessioni per la costruzione di mega impianti eolici terrestri e marini.

Lei certamente ricorderà che, già nel 2022, aveva maturato una netta presa di posizione contro la proliferazione di impianti eolici in Calabria. La Sua intervista a Buongiorno Regione non lascia dubbi:

«Faccio un esempio molto attuale, quello sull’energia. La mia Regione produce molta più energia rispetto a quella che consuma, ma i miei cittadini pagano le bollette elettriche allo stesso modo dei cittadini di altre Regioni che producono meno energia. Eppure produciamo una percentuale molto più alta di energia da fonti rinnovabili e dall’idroelettrico. Perché la mia Regione non può, dunque, tenere per sé i maggiori introiti fiscali derivanti da una maggiore produzione di energia alternativa? Se io domani dovessi ricevere un gruppo industriale che vuole realizzare un grande impianto eolico offshore, visto che la Calabria è una Regione molto esposta al vento, io dovrei convincere le popolazioni a ospitare quell’impianto.

È una cosa complessa, difficile, lo faccio perché è giusto per il Paese, ma sarebbe ancora più giusto che i cittadini avessero dei vantaggi concreti»

Egregio Presidente Occhiuto, Lei la mette sul piano economico, noi pensiamo alla tutela del paesaggio, del patrimonio storico e artistico, dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, e non vi è dubbio alcuno che la sua inerzia, nell’una e nell’altra ottica, stia provocando danni ingenti alla Calabria e ai calabresi di oggi e a quelli delle future generazioni.

Eh sì, Presidente, perché, anche se ancora qualche cornacchia sostiene che con la cultura non si mangi, i flussi turistici che riusciamo ad attrarre in Calabria dipendono in gran parte dell’immagine positiva che la nostra regione riesce ancora a dare di sé e, in questa cartolina ideale del patrimonio immateriale calabrese, compaiono la nostra storia millenaria, i miti, le tradizioni, i siti archeologici, i panorami incontaminati, le coste, le spiagge, le scogliere, il mare cristallino e gli orizzonti infiniti della terraferma e del mare.

Siamo sicuri che Lei non vorrà passare alla storia come il Presidente che ha permesso lo scempio di tanta ricchezza, ed abbiamo la certezza che non vorrà portare su di sé lo stigma del traditore del proprio popolo.

E’ per tutte le motivazioni che abbiamo affidato alla Sua sensibilità di amministratore e al Suo ruolo di Presidente della Regione Calabria che Le chiediamo, pertanto, di intervenire tempestivamente e di svolgere ogni opportuna azione e di compiere tutti i necessari atti e provvedimenti politico-amministrativi per interrompere l’iter autorizzativo e di conseguenza bloccare l’esecuzione del progetto di costruzione dell’impianto eolico offshore nel Golfo di Squillace denominato “Enotria” della Acciona Energia Global Italia S.r.l. che prevede l’installazione di 37 aerogeneratori aventi un’altezza di circa 355 metri s.l.m. e una potenza complessiva di 555 MW e che, come Lei ha già dichiarato, non porta alcun beneficio ai calabresi". 

 

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