Vincenzo Speziali, come giudica l'avvenuta prescrizione della posizione della segretaria di Scajola, ovvero Roberta Sacco?
Non ho l'abitudine di commentare vicende altrui e che ad altrui hanno, certamente, provocato sofferenze, a mio avviso, però, spropositate ed ingiuste. Se è stato sancito ciò -in base ai calcoli previsti dalla legge- è evidente che la cosa sia avvenuta pure per la fumosità dell'intero procedimento, in cui anche l'accusa non ha saputo gestire la tempistica, forse perché era, il tutto abbastanza surreale.
Sembra una critica -l'ennesimma!- al Pubblico Ministero Lombardo...
Criticare io Lombardo? Giammai: ci ha già pensato Aristotele nel definire i 'luoghi naturali'! Mi limito a semplici, banali ed ufficiali dati pubblici. Poi a Lombardo e (chissà?) non solo lui, ricordo per la millesima volta, come vi sia un procedimento aperto in Libano, innanzi al giudice naturale, a cui risponderò quando sarò convocato a breve, nella qualità di testimone. In futuro, nessuno può sapere se verrò definito, persino parte lesa. Non penserà chiunque che io possa omettere o mentire, poiché sarebbe un reato e il sottoscritto non è aduso a compierli. Semmai -probabilmente?- a subire essi, non solo sulla propria carne, ma pure su quella dei miei cari, quindi la cosa è ancora più dolorosa. Esclusivamente il sottoscritto conosce i drammi che hanno generato, sotto l'aspetto della salute, a qualche mio caro, ragione per cui, chiedo sempre perdono a Dio se non riuscirò a concederlo in pieno, però è per questo che ripongo fiducia nelle istituzioni preposte, ovvero il giudice naturale, cioè i magistrati libanesi.
Comunque a giorni parto -quindi si evitassero scherzetti di qualsiasi genere, tanto per non confermare ulteriori strumentali violazioni- e dal 25 Ottobre dovrò essere disponibile, verso le autorità libanesi e spero che prima del mio rientro in Italia il 7 Novembre potrò essere ascoltato, ma è una loro procedura, rispetto alla quale, ossequiosamente, mi rimetto e che non prevede -ne potrebbe essere differente- qualsiasi mia ingerenza. Lo sa? Parliamo di un Paese, in cui vige lo Stato di Diritto!
Prevede sviluppi da parte loro? Cioè immagina decisioni della magistratura libanese?
Questa è una domanda malposta e che, soprattutto, non deve essere rivolta al consorte di uno degli attori, convenuti in giudizio -poiche` tale è mia moglie- pure in virtù del fatto che il sottoscritto, di riflesso ed in concreto, potrebbe essere parte lesa, assieme a molti in quel Paese. In più non ho alcuna veste istituzionale e di specie per fare preannunci ed annunci, in quanto, non mi piacciono a prescindere, quindi non sono nel mio carattere, semmai sarebbero, tra l'altro, anche contra legem', quindi...
Ineccepibile dal punto di vista formale, però una sua sensazione l'avrà pure!
Premesso che per me -e così dovrebbe essere per chiunque- la forma è sostanza, pure per un ossequio convintamente sentito e coerentemente praticato, nei confronti della legge e delle norme vigenti. La questione, in più, è financo uno stile e, modestia a parte, penso di averne. Lo dico pure per ricordarlo a certi suoi pseudocolleghi che mi insolentirono all'epoca dei fatti e che attraverso i loro discutibili manutengoli -annidiati nelle loro redazioni paragiornalistiche- mi continuano ad insolentire, non riuscendo a starmi dietro a fronte delle mie battute salaci, le quali cristallizzano la realtà, per loro amara. Ciò premesso, chi le dice, come pure per costoro non si aprano le vie di un procedimento in Medio Oriente? E poi, come si giustificheranno le discrasie tra gli atti nei miei confronti (puntualmente pubblicati dal solito giornaletto on line ed in tempo reale, quindi in probabile violazione del segreto istruttorio e del diritto alla privacy, almeno, quest'ultimo aggirabile dopo qualche giorno e non dopo qualche minuto o ora) dicevo come giustificherà, più di una persona le distopie tra quanto riportato nei miei atti (e da me consegnati al giudice naturale, ovvero il Tribunale di Beirut) e le parzialità in calce a memoria difensive, fatte recapitare per via ufficiale e diplomatica, chiamando per di più in causa (poiché messi per conoscenza) le articolazioni istituzionali italiane? Qualcuno che non è malizioso -non parlo di me, sebbene potrei pure farlo e anche condividerlo- ha reputato il tutto come un'indiretta, non la definisco intimidazione, ma -forse?- indebita pressione, oppure velata exscusatio, a sua volta -sempre da qualcuno che ne ha titolo- giudicabile al pari dell'insolenza. Può essere, ma non sta a me stabilirlo, poiché il mio ruolo è un altro, ovvero il testimone e probabilmente la parte lesa.
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