Brogli elettorali a Platì, la procura di Locri chiude le indagini

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  23 settembre 2023 19:06

La procura di Locri ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini al sindaco in carica di Platì, Rosario Sergi, al presidente del Consiglio comunale, Paolo Antonio Ferrara, al consigliere comunale ed ex candidato a sindaco, Pietro Marra, al consigliere comunale di Reggio Calabria, Antonino Castorina e al sindaco di Roghudi, Pierpaolo Zavettieri nell'ambito della vicenda legata alle falsificazioni e alle autenticazioni delle firme dei sottoscrittori delle liste depositate alle elezioni comunali di Platì il 20 e il 21 settembre 2020, vinte dalla lista “Liberi di Ricominciare”, capeggiata da Sergi. 

Le firme apposte per la presentazione della lista, infatti, sono state “disconosciute” da 11 sottoscrittori, tre dei quali hanno sporto querela. L’indagine della procura di Locri riguarda anche l’ex consigliere della Città metropolitana delegato all’autenticazione delle liste, Antonino Castorina, che avrebbe attestato falsamente l’autenticazione in favore della lista “Movimento Autonomo Popolare”, atto che sarebbe avvenuto in sua presenza a Platì il 21 agosto 2020 e “di aver identificato mediante il documento di identità i singoli sottoscrittori”. Stando alle indagini, invece, l’autenticazione non sarebbe vera poiché l’elenco dei sottoscrittori è stato consegnato dagli indagati Marra, Ferrara e Sergi a Castorina in occasione di un incontro avvenuto a Reggio Calabria. L’ipotesi medesima di falso contestata a Castorina, gli inquirenti la formulano anche all’attuale sindaco di Roghudi (Reggio Calabria), Pierpaolo Zavettieri, pure lui consigliere delegato della Città Metropolitana di Reggio Calabria, che avrebbe autenticato le le firme della lista “Liberi di Ricominciare”. Antonino Castorina, avvocato, 38 anni, già capogruppo del Pd al Comune di Reggio Calabria, era stato sospeso dalla carica di consigliere comunale di Reggio Calabria dal Prefetto nel dicembre del 2020 e successivamente reintegrato nel giugno del 2021. Attualmente è sotto processo davanti al tribunale di Reggio Calabria insieme a una decina di persone per effetto di una inchiesta della procura sulle elezioni comunali di Reggio  quando in alcuni seggi elettorali votarono numerosi anziani accompagnati senza averne diritto, grazie ad attestazioni sanitarie di comodo.

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Platì, comune aspromontano della Locride, noto per i potenti clan della ‘ndrangheta (Papalia, Barbaro, Sergi, Trimboli) presenti in tutta Italia, oltre che in Europa, in America e in Australia, negli ultimi trent’anni ha subito numerosi scioglimenti per infiltrazione mafiosa: nel 2006 e nel 2011, e dopo il fallimento delle elezioni comunali del 2014 per mancanza del numero legale della partecipazione al voto, il Comune nel 2016 è tornato
alla normalità amministrativa con l’elezione di Sergi, però resterà in carica fino all’ottobre del 2018, poiché nuovamente commissariato per infiltrazioni mafiose. Nel 2020, anno in cui si terranno nuove elezioni, Rosario Sergi torna a vincere, a capo della lista civica “Liberi di Ricominciare", contro lo sfidante candidato sindaco, ma originario di Reggio Calabria, Pietro Marra.

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Nel corso delle attuali indagini, il pm di Locri Valentina Antonucci, aveva chiesto per Paolo Antonio Ferrara, Rosario Sergi e Pietro Marra, la misura degli arresti domiciliari, rigettata però dal gip. I tre indagati, sono accusati di “condotte falsificatorie e di aver violato il Tuel, in relazione all’elezione degli organi delle Amministrazioni comunali”. A Sergi, ancora, la procura di Locri contesta l’ipotesi di reato di falsa formazione della lista elettorale avversa, cioè il “Movimento Autonomo Popolare”, capeggiata da Pietro Marra, di fatto una lista “civetta” varata per consentire il raggiungimento del quorum strutturale previsto per validare le elezioni comunali. Sergi – secondo l’accusa - avrebbe utilizzato l’elenco dei sottoscrittori della lista “Liberi di Ricominciare” a favore della propria candidatura, trasferendolo alla lista “Movimento Autonomo Popolare”. Il tutto, “mediante - è scritto nel capo di imputazione – un’attività di ricopiatura”.

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