di EDOARDO CORASANITI
Cambiano le carte in tavola ma non le misure cautelari già applicate: il Tribunale del riesame di Catanzaro ha confermato la misura carceraria per Sebastiano Sgromo e quella domiciliare nei confronti del fratello Eugenio (già alleggerita nei giorni scorsi dal GIP per motivi di salute), entrambi indagati nell’operazione “Brooklyn”. Gli imprenditori catanzaresi sono difesi dagli avvocati Giuseppe Fonte, Francesco Gambardella, Enrico Grosso e Massimiliano Carnovale, i quali martedì scorso hanno discusso a lungo nell’udienza al Tdl dedicata al caso giudiziario coordinato dalla Dda di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Gratteri e che ha acceso i riflettori su presunti sistemi elaborati dagli indagati per eludere le interdittive antimafia. In particolare, le accuse trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio, corruzione in atti giudiziari, associazione per delinquere, frode nelle pubbliche forniture, con l’aggravante di aver agevolato associazioni di tipo mafioso, in relazione, fra l’altro, ai lavori di manutenzione straordinaria (presunto materiale scadente utilizzato) del ponte “Morandi” e di un tratto della strada statale 280 “dei Due Mari”. In totale si registrano 6 indagati: 3 sono finiti in carcere, uno ai domiciliari, mentre per due è scattata l'interdizione dall’esercizio delle attività professionali; sequestrate tre società e 200mila euro.
Gli avvocati incassano comunque più di un risultato: l’esclusione dell’agevolazione mafiosa per tutti i delitti contestati e la riqualificazione, per due capi d’accusa, in concorso esterno in associazione semplice. Un quadro indiziario e cautelare più esile che potrà essere giocato per un eventuale ricorso in Cassazione.
Il Tdl ha confermata la misura degli arrestati domiciliari per Rosa Cavaliere, difesa dagli avvocati Antonella Canino e Alessio Sculco.
La posizione di Michele Marinaro, 52 anni, difeso dall’avvocato Aldo Ferraro, verrà discussa il 30 novembre. Attualmente in carcere, è accusato di corruzione in atti giudiziari e rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio in concorso con Eugenio Sgromo. Avrebbe rivelato all'imprenditore particolari delle indagini, affidate alla Dia, e avrebbe condotto le indagini in modo da mitigare l'accusa nel confronti degli Sgromo
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