di BRUNO GEMELLI
Corrado Alvaro, tra il 1912 e il 1914, studiò al ginnasio-liceo Galluppi di Catanzaro. Poi andò al fronte nella Grande Guerra. Ai primi di gennaio del 1915 si recò a Firenze per essere arruolato nell’esercito. Successivamente si recò a Modena dove seguì il corso allievi ufficiali nell’Accademia militare uscendone con il grado di sottotenente. Nell’agosto del 1915 raggiunse il reparto cui era stato assegnato, di stanza a Perugia. All’inizio di settembre il suo battaglione fu inviato sull’Isonzo. Lo scrittore entrò in contatto con la dura e impietosa realtà della vita dei combattenti al fronte. A novembre, venne ferito alle braccia (il destro non guarirà mai completamente) sul Monte Sei Busi, nella zona di San Michele del Carso.
Sarà decorato con una medaglia d’argento. Per ricordare il soggiorno di studi catanzarese il professor Vito Teti scrisse l’introduzione di un saggio di Pasquale Tuscano sul giovane Alvaro poeta, “Un paese e altri scritti giovanili [1911-1916]” (Donzelli editore, 2014). Nell’abstract dell’editore si legge: «Questo volume nasce da un ritrovamento e dalla scoperta di una fraterna amicizia: è infatti tra le carte conservate nel Fondo Lico, l’archivio di un compagno di liceo del giovane Alvaro a Catanzaro, che è stato rinvenuto “Un paese”. Tentativo di romanzo, la primissima prova narrativa del grande scrittore sino ad ora inedita. Consegnato all’amico Domenico Lico nel 1940 dallo stesso Alvaro, ma scritto a Livorno nel 1916, tra un’operazione chirurgica e l’altra, a seguito delle ferite riportate in combattimento nella Grande guerra, “Un paese” si rivela un’anticipazione di tante tematiche e atmosfere alvariane: prima su tutte, l’attenta, quasi etnografica e diaristica descrizione dell’ambiente sociale e umano del suo paese d’origine, con riferimenti all’universo popolare e alle culture alimentari, con la narrazione di vicende che ricordano la storia d’amore tra il padre e la madre, inizialmente contrastata dal nonno materno. Si tratta di un nucleo narrativo importante, che lo stesso Alvaro descriverà più tardi come una prima prova del suo capolavoro, “Gente in Aspromonte”. […]. Domenico Lico, suo inseparabile compagno di liceo, originario di San Costantino Calabro, in quel periodo era farmacista ad Isca sullo Ionio. Per inciso, Corrado Alvaro pare avesse un cognato, Giovanni Profazio, zio del noto cantastorie Otello, marito di una delle due sorelle dello scrittore, Laura (l’altra sorella, Maria, aveva sposato un Saccà di Bovalino).
Il cognato era - ricorda “La Radice” di Badolato -, in quegli anni di guerra, capostazione nello scalo ferroviario di Sant’Andrea Ionio e aveva preso dimora ad Isca perché era il sito più vicino alla stazione di Sant’Andrea? È, questi, il cognato di cui Alvaro fa cenno quando, rispondendo ad una lettera di Lico, gli chiede se per il tramite di detto cognato, il Lico avesse ricevuto alcune carte giovanili che lo scrittore, obtorto collo, gli aveva a sua volta fatto recapitare attraverso il fratello dello scrittore, don Massimo, parroco e canonico a Sant’Agata del Bianco? La presenza di don Massimo ad Isca negli anni della seconda guerra mondiale, documentata da un’istantanea che appare nel bel libro su Isca di Marziale Mirarchi, dimostra che don Massimo era venuto ad Isca: per trovare la sorella Laura e il cognato capostazione oppure per trovare il farmacista “Mimì” Lico di cui era il figlioccio?
Don Massimo, infatti, l’ultimo dei sei figli del maestro Antonio, nato nel 1914, durante gli anni della permanenza del fratello maggiore Corrado a Catanzaro, fu battezzato avendo per padrino, per procura, Domenico Lico, tenendo il padre dello scrittore, in gran considerazione questo amico del primogenito Corrado. Per rispondere a queste domande ci forniscono notizie i cari amici Vincenzo Squillacioti, divulgatore culturale nella vicina Badolato, il quale in passato era stato interpellato sull’argomento dallo stesso Vito Teti, suo amico ed estimatore, e lo storico di Isca Marziale Mirarchi, il quale aveva raccolto de visu alcune testimonianze sull’ipotetica presenza di Corrado». Torniamo ad Alvaro studente a Catanzaro. Nello stesso edificio che ospitava il liceo Galluppi c’era il Convitto Tulelli. Paolo Emilio Tulelli (Zagarise, 18/8/1811 - Napoli, 27/1/1884), che ha dato il nome al Convitto, è stato un filosofo ed educatore nonché scrittore e poeta. Egli, appartenente ad una famiglia di nobili origini, infatti era marchese, studiò presso il Convento del Ritiro dei Filippini a Zagarise e poi frequentò a Catanzaro il Real Liceo-Ginnasio e il Corso Teologico presso il Pontificio Seminario Teologico Regionale San Pio X, diventando sacerdote.