Bruno Gemelli: "Francesco Stocco, una statua e una storia"

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  27 gennaio 2025 10:03

di BRUNO GEMELLI

Nel film “L’abbaglio” di Roberto Andò, in proiezione nei cinema italiani in questo periodo, uno dei protagonisti del film medesimo e della la storia che l’ha ispirato,  è il colonnello Vincenzo Giordano Orsini (Palermo, 14/1/1817 – Napoli, 7/7/1889) interpretato da Toni Servillo. Il film ha, anche, raccontato nei suoi vari segmenti la sanguinosa battaglia di Calatafini tra l’esercito borbonico e i garibaldini.

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Uno dei protagonisti di quello scontro fu il generale Francesco Stocco (Adami di Decollatura 1°/3/1806 – Nicastro, 5/11/1880).

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Il monumento dedicato a Stocco è situato davanti alla sede della Procura della Repubblica di Catanzaro. La statua, in marmo di Carrara, che inizialmente era collocata nell’attuale piazza Matteotti, fu realizzata, su commissione del Consiglio provinciale di Catanzaro, dallo scultore Giuseppe Scerbo (Polistena, 1844 - Reggio Calabria, 1908), e venne inaugurata il 20 settembre 1898.

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Francesco Stocco fu uno dei“Mille” e, inizialmente, comandò una compagnia proprio nella battaglia di Calatafini dove fu ferito gravemente a un braccio. Sbarcato in Calabria, organizzò il corpo dei volontari garibaldini dei Cacciatori della Sila, raggiungendo il grado di maggior generale il 27/8/1860, alla vigilia del disarmo dell’armata borbonica del generale Ghio a Soveria Mannelli il 30/8/1860. La sua azione in Calabria portò all’evacuazione di Napoli da parte di Francesco II e contribuì quindi grandemente al successo della spedizione di Garibaldi.

Stocco nacque, durante il regno di Giuseppe Bonaparte, ad Adami di Decollatura da una famiglia aristocratica e filoborbonica, e venne tenuto a battesimo dal futuro re Francesco I delle Due Sicilie a Messina.

Accolto a Napoli come paggio alla corte borbonica, frequentò la scuola del letterato Basilio Puoti e si avvicinò agli ambienti mazziniani. Nel 1847 fu arrestato per la sua ostilità al regime borbonico e liberato all'inizio del 1848. Ritornato lo stesso anno in Calabria, ebbe una parte di primo piano nella rivoluzione calabrese della primavera del 1848 guidando l’insurrezione dell’Angitola. Il fallimento dei moti calabresi, e la successiva repressione borbonica lo costrinsero all’esilio dapprima a Malta e successivamente, nel 1850, nello stato Sabaudo, a Genova.

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