Riceviamo e pubblichiamo l'intervento di Bruno Talarico.
"I vitalizi ai consiglieri regionali calabresi non sono mai stati tolti, ma forse nessuno se n’è mai accorto, per cui le dichiarazioni del Ministro Di Maio sono quanto mai inesatte, e si è fatto molto rumore per nulla. Dove sta la furbata: gli assegni vitalizi, previsti dall’art. 14 della legge regionale n. 3 del 1996, con la legge regionale 38 del 2011 (Presidente Scopelliti), vengono realmente abrogati ma solo a partire dalla X legislatura. Nel frattempo, però, viene approvata una nuova legge regionale la n. 13 del 2019 (Presidente Oliverio) che all’art. 6 parla di indennità a carattere differito, corrisposta a partire dal primo giorno del mese successivo a quello nel quale il Consigliere cessato dal mandato ha compiuto l'età richiesta per conseguire il diritto (Art. 10).
Nessuno allora gridò allo scandalo, e la nota dei consiglieri di minoranza, fatta eccezione per il mal pancista della prima ora, dicono giusto, ma non la dicono tutta, per cui è pura fuffa, visto che alcuni di loro nella precedente legislatura l’hanno votata. Il progetto di legge, denominato “ Modifiche alla legge regionale n. 13 del 2019. Rideterminazione della misura dei vitalizi, diretti ed indiretti …” votato anche dai fini giuristi ed avvocati presenti in consiglio altro non è che la correzione del testo di legge principe, ossia il n. 13. Leggere per come è stato detto che i vitalizi sono stati abrogati mi provoca un sussulto di indignazione, perché è palesemente falso. Non si chiamano più cosi ma semplicemente “ indennità a carattere differito”, art. 6, comma 1. “ Ai consiglieri regionali cessati dal mandato spetta una indennità a carattere differito, corrisposta in dodici mensilità. La legge approvata dal Consiglio Regionale nell’ultima seduta, si compone di solo 3 articoli, e soltanto l’art. 1 è quello che contiene la ciccia, ovvero le modifiche agli articoli 7, comma 4 secondo periodo ( Requisiti per l’indennità a carattere differito) e 16 ( Rinunciabilità dell’indennità a carattere differito). A bene leggere le due norme pensare che si sia trattato di un errore è da ingenui, poiché venendo meno l’originaria formulazione del comma 4, dell’art. 7, si consente, per il futuro, che anche il consigliere decaduto o sostituto possa accedere alla indennità mediante versamento di contributi volontari. E chi non lo farebbe? Con poco, a partire dal 65° anno di età gli spetterebbe la c.d. indennità a carattere differito ovvero il vitalizio. A pensar male si fa peccato … ma spesso ci si indovina.
Il punto non è la modifica della norma principe, che tra l’altro per come emerge dalla relazione al progetto di legge approvato ha superato il vaglio di costituzionalità, e quindi sin qui tutto legittimo sul piano formale, ma le considerazioni che ne conseguono. In primo luogo la politica calabrese è convinta che i cittadini calabresi abbiano l’anello al naso. E’ convinta di poter fare quello che vuole, ed in parte è vero perché tanto nessuno più si indigna. Questo vale per tutti gli schieramenti nessuno escluso, anche per il M5S che non ha mai sollevato il problema. Assenza in consiglio regionale? Può darsi, ma la politica si fa anche dalla strada, non si deve per forza occupare uno scranno dentro “l’Astronave”.
A questo punto speriamo che l’iniziativa annunciata da Carlo Tansi, si concretizzi, ossia che si promuova un referendum abrogativo, previsto dall’art. 11 dello Statuto della Regione Calabria, su tutta la legge regionale 13 del 2019, perché sperare che “questi signori dell’Astronave”, non tanto diversi da quelli che c’erano prima tornino sui loro passi ed eliminino la cd indennità a carattere differito, è solo una pia illusione".
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