di GABRIELE RUBINO
“Uno sfogatoio. Non è un bello spettacolo”, ha detto il sindaco Abramo sullo svolgimento della seduta di oggi del Consiglio comunale di Catanzaro. Filippo Mancuso stigmatizzando il livello politico raggiunto ha rafforzato il concetto: “Non si può andare avanti con ricatti e ricattucci”. Ma forse la definizione migliore l’ha data Fabio Talarico: “Un Consiglio comunale da fine anno scolastico”. Ecco, se a dirlo sono gli stessi componenti della maggioranza qualcosa oggi (più che in altre circostanze) non deve essere andato per il verso giusto. Antipatie personali (vecchie e nuove) sulle buche e sulle ‘cunette’ hanno infatti monopolizzato i lavori dell’Aula, a Palazzo di Vetro, nel giorno in cui doveva essere approvato il rendiconto di gestione 2019.
CONSOLANTE SULLE COMMISSIONI E 'CATANZARO NON HA FATTO CENTRO'. LORENZO COSTA: 'L'UNICO A DIMETTERSI DOVREBBE ESSERE LUI PER L'INTERVENTO SULLA LEGGE SULL'OMONTRANSFOBIA'- Prima Enrico Consolante (Catanzaro con Abramo) ha rispolverato la sua proposta di celebrare le sessioni delle commissioni consiliari in orari diversi da quelli d’ufficio così da consentire anche ai consiglieri lavoratori di parteciparvi senza attivare il meccanismo della richiesta di rimborso da parte del datore di lavoro nei confronti del Comune. Una dichiarazione arrivata proprio all’indomani dalla notifica da parte della Procura della riqualificazione del reato di truffo e uso di atto falso sui gettoni di presenza nella famosa inchiesta sulle commissioni (LEGGI QUI I DETTAGLI). Consolante si è poi lanciato all’attacco dell’assessore Alessandro Lobello: “Catanzaro non ha fatto centro”, riecheggiando in negativo il titolo dell’iniziativa di luglio nel centro storico. Abbandonata l’Aula, a Consolante ha risposto il suo capogruppo Giuseppe Pisano: “Gli interventi devono essere concordati. Se non sarà così chi lo farà può andare da un’altra parte”. Una sorta di avviso di sfratto. A Levato (Catanzaro con Abramo) ha fatto specie la richiesta dell'ex presidente della quinta commissione che quando svolgeva questa funzione non le avrebbe convocate di pomeriggio. Lobello, oltre ad incassare la difesa del sindaco sui numeri massimi di pubblico che poteva raggiungere la kermesse, ha avuto anche quella di Lorenzo Costa. O meglio, il capogruppo di Officine del Sud ha detto che "l'unico che si dovrebbe dimettere è proprio Consolante per il suo recente intervento sulla legge sull’omotransfobia. Contrario ai nostri principi cattolici e moderati".
MIRARCHI RIACCENDE LA FAIDA CON LONGO- Si parlava di dimissioni. Antonio Mirarchi (Catanzaro da Vivere) ha riaperto la faida di qualche settimana fa con Franco Longo: “Non sa programmare, ma solo improvvisare”, ha affermato chiedendo di nuovo il suo allontanamento da Palazzo De Nobili. L’assessore ai Lavori Pubblici è stato ‘scudato’ dai suoi e non solo. Manuela Costanzo (Obiettivo comune) ha allargato la platea dei membri dell'esecutivo da mandare a casa: “A dimettersi dovrebbero essere tre o quattro assessori”. Ma subito dopo per sicurezza: “Il sindaco dovrebbe azzerare la Giunta”. Un concetto che non era certo una novità per Giovanni Merante che ha in aggiunta invitato il sindaco a chiedere una riunione di maggioranza per capire se andare avanti o meno. Il consigliere del gruppo misto si è concentrato poi sulle indennità di risultato ottenute dal dg dell’Amc ed ha esortato il presidente del Consiglio comunale a ‘riprendere’ nuovamente posizione dopo gli epiteti arrivati dalla stampa per l’affaire commissioni di “Infami e ladri”. Polimeni ha precisato che ha difeso l’intero Consiglio “più di ogni altro sulla faccia del pianeta. Anche se non indagato, la mia posizione è stata setacciata dalla Procura anche per la consiliatura precedente. Nella conferenza dei capigruppo si è deciso di procedere non con articoli ma con querele nei confronti di chi ha potuto ledere l’immagine dell’Ente”. Chi invece ha dichiarato che “non parlerà più da capogruppo’ è Ezio Praticò di Catanzaro da Vivere.
Tra una baruffa e l’altra, è sostanzialmente andato oltre il sindaco Abramo che ha invitato tutti ad andare al di là dei problemi con le buche anche perché “tra due anni non ci sarò più io”. (LEGGI QUI L’INTERVENTO DI ABRAMO IN CONSIGLIO). Una frase che sembra definitivamente segnare il giro di boa della consiliatura: d'ora in avanti comincia il lungo countdown per trovare il nuovo sindaco. Se nella maggioranza si litiga oltre la fisiologica soglia dei contrasti interni di uno schieramento al comando, chi è nella minoranza prova a fare il suo mestiere. Su tutti Sergio Costanzo che anche lui ha criticato l’eccessiva cifra su ‘Catanzaro, Facciamo Centro’ (90 mila euro) che è servito soltanto per dare fiato agli artisti locali e poi ha contestato il mito dei conti in ordine del Comune di Catanzaro sottolineando alcuni rilievi del collegio dei revisori. Alla fine, il rendiconto è passato con 22 sì e 5 no. La variazione al Bilancio di previsione è passata all’unanimità dei presenti, ma a quel punto l’opposizione aveva lasciato Palazzo di Vetro. Con 16 voti a favore e un’astensione è passata una pratica di natura urbanistica in zona territoriale omogenea F2 del vigente Prg. All’unanimità, poi, il semaforo verde alle modifiche e integrazioni al Regolamento sui controlli interni. A maggioranza, infine, l’ok alle 16 delibere riguardanti debiti fuori bilancio. È stata ritirata per approfondimenti, su richiesta del presidente della commissione Bilancio, Giuliano Renda, e del consigliere Filippo Mancuso, una pratica concernente l’autorizzazione a una transazione, dal valore di circa 600 mila euro.
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