E' tornato anche lui. L'ex commissario Saverio Cotticelli è stato ascoltato in commissione Affari Sociali della Camera nel corso del ciclo delle audizioni per i lavori di conversione del nuovo Decreto Calabria. Cotticelli ha commentato la sua 'solitudine' da capo della sanità, ha finalmente precisato i termini del programma operativo Covid (che di fatto ha causato le sue dimissioni) e poi si è tolto qualche sassolino dalla scarpa sui Lea e su caso Fondazione Campanella. Partiamo dagli ultimi aspetti.
FLUSSI LEA NON MANDATI PERCHE' SCADUTO IL CONTRATTO CON LA SOCIETA'- "Il punteggio provvisorio è di 139. Faccio i miei accertamenti e scopro che i dati 2019 e 2020 benché caricati dalle aziende sanitarie e ospedaliere non erano stati inviati. Scopro che la società responsabile del progetto, Sigemona, che doveva provvedere a queste cose non aveva avuto il prolungamento del contratto e che vantava un credito di 2,5 milioni. Interpello il responsabile e chiedo un'apertura per il 15 novembre una finestra per inserire i dati. Quel punteggio è sicuramente provvisorio perché la Regione non aveva inviato i dati". (LEGGI QUI I DETTAGLI DEL VERBALE)
IL CASO DELLA FONDAZIONE CAMPANELLA- Cotticelli ha poi parlato del disavanzo di Mater Domini (quasi 102 milioni di euro) che ha appesantito i conti regionali in cui è spuntata la svalutazione del credito vantato verso la Fondazione Campanella da circa 62 milioni di euro. "Io non ho accusato Zuccatelli di averlo inserito adesso, perché era suo dovere, ma io mi riferisco ad un debito del 2014 e mai riportato nei conti economici degli anni successivi. Perché non è mai stata evidenziata prima? Mentre è uscita correttamente dopo la sentenza della Corte di Cassazione. Chi non ha inserito quel debito negli anni successivi? Mi sono rivolto alla Guardia di Finanza". (LEGGI QUI I DETTAGLI DELLA VICENDA)
LA SUA VERITA' SUL PROGRAMMA OPERATIVO COVID- Finalmente un po' di chiarezza sul programma operativo Covid che anche l'ex commissario Cotticelli ha capito essere una cosa diversa dal piano di potenziamento delle terapie intensive e semi-intensive e quello dell'assistenza territoriale. "Il programma operativo è un documento contabile-amministrativo diverso", ha spiegato ricordando che ha voluto chiedere un parere al ministero (arrivato il 27 ottobre) perché a suo avviso le ordinanze regionali erano una fonte gerarchicamente superiore al verbale del Tavolo Adduce del 25 maggio. "Andavano chiariti gli aspetti giuridici". (LEGGI QUI LE ACCUSE DEL DG ANDREA URBANI)
LA SOLITUDINE DEL COMMISSARIO- "La struttura commissariale era composta da me e dal sub-commissario. Due persone da sole hanno dovuto operare in condizioni proibitive. Fino giugno il risultato era stato comunque proficuo, successivamente l’atteggiamento del dipartimento è cambiato con l’arrivo del nuovo direttore generale. La struttura si è ritrovata ancora più sola". "Per un anno -prosegue- sono stato senza avere i commissari straordinari delle aziende ospedaliere e aziende sanitarie provinciali. Il supporto di Agenas non era strutturale che lavorasse in maniera permanente presso il dipartimento, ma venivano di volta in volta per il disbrigo di taluni atti". (g.r.)
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