Il Sant'Anna Hospital torna protagonista nelle vicende della giustizia amministrativa. Questa volta non c'entra l'ancora indefinita querelle con l'Asp di Catanzaro, che riguarda il contratto per le prestazioni del 2020 e quelle del futuro, ma il tetto di spesa per l'anno 2017. La controparte sono dirigenti e funzionari regionali. Non solo calabresi. Il Consiglio di Stato li ha denunciati alla Procura della Corte dei Conti perché non hanno ottemperato ai loro obblighi. E' quanto stabilito con l'ordinanza n. 2489 del 23 marzo.
Infatti, il Consiglio di Stato già nel 2019 aveva incaricato "il Capo Dipartimento dell’Assessorato regionale alla Sanità della Regione Toscana, con facoltà di delega a Funzionario dallo stesso indicato" di verificare il calcolo operato dall'allora commissario della sanità calabrese, che con Dca 231 del 2018 aveva appunto fissato il tetto di spesa. La vicenda era già gravata da una sentenza del Consiglio di Stato del 2018 con cui veniva accolto il ricorso della clinica.
Il manager della sanità Toscana era stato nominato commissario ad acta per assolvere a questo compito. Lo stesso aveva ottenuto una proroga nel deposito della relazione fino al 20 febbraio 2021. Parallelamente i giudici amministrativi, con un'ordinanza di novembre 2020, al dg del dipartimento Tutela della Salute calabrese aveva "espressamente ordinato di collaborare attivamente con il Commissario ad acta per l’espletamento dell’ordine istruttorio, individuandolo quale soggetto responsabile della collaborazione, con espressa avvertenza che, in caso di mancata collaborazione, il Collegio procederà alla denuncia dell’inerzia alle competenti Autorità giudiziarie".
"Ritenuto che, stante l’inottemperanza agli ordini rivolti da questo giudice, vanno denunciati i predetti funzionari responsabili alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica competenti, per l’individuazione delle connesse responsabilità sia sul piano amministrativo/contabile che sul piano penale". Il Consiglio di Stato ha così nominato nuovo commissario ad acta il prefetto di Reggio Calabria. La clinica è stata difesa dall'avvocato Alfredo Gualtieri.
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