"Buon Natale Puccini, Giacomo Puccini lo sciupafemmine, cicalata" di Maria Primerano al Salone del libro di Torino

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images "Buon Natale Puccini, Giacomo Puccini lo sciupafemmine, cicalata" di Maria Primerano al Salone del libro di Torino
Maria Prinerano
  08 maggio 2025 10:32

"Buon Natale Puccini - Giacomo Puccini lo sciupafemmine – cicalata" di Maria Primerano, Helicon Edizioni, turbolenta storia di Giacomo Puccini, è tra le più nuove e attese novità presentate alla SalTo 2025, Salone del Libro internazionale di Torino.

L’evento, programmato per il 19 maggio alle ore 10.30 circa presso il Padiglione Oval, stand Regione Calabria, in Torino, vedrà colloquiare con l’autrice, la scrittrice Maria Primerano, oltre che cardiologa e pianista, la dott.ssa Cristiana Vettori della Helicon Edizioni.

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Il testo, molto interessante, rimarrà inoltre, in esposizione, vendita e permanenza dal 14 al 19 maggio presso lo stand Regione Toscana Padiglione Oval. Dalle opere alle donne, dalle lettere alle ricette di cucina, dalle collezioni di macchine alla malattia che colse e uccise cento anni fa il compositore lucchese – era il 29 novembre del 1924 – il viaggio intorno alla vita del genio in questione si profila succulento e divertente.

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Uno sciupafemmine al servizio della Musica o un genio della Musica attorniato da belle donne cui non riesce a sottrarsi? Ma poi, era proprio un casuale soccombere o un volontario cacciarsi sempre in nuovi guai?

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Il libro, ambientato a Napoli, è come un calendario dell’avvento. Giacomo Puccini è collocato dall’autrice – non nuova a questo tipo di scrittura surreale – nel Presepe napoletano che proprio il 29 novembre si sta allestendo in città e ne rappresenta il personaggio dell’anno. Da qui tutta una serie di circostanze, equivoci e ambiguità che fanno scorrere la narrazione in  maniera più che divertente.

Ecco un breve estratto:

“Era arrivato. Con una punta di d’annunzianesimo, nello sti­le di Forse che si forse che no, lui, collezionista di automobili, gommoni, barche, barchini, motoscafi e yatch, lanciato per l’acqua e la terra, fendendo il vento, sgusciava con i suoi mezzi moderni tra viot­toli di campagna, strade maestre, insenature inac­cessibili, facendosi dondolare dalle curve impervie, cullare dalle onde, accarezzare e schiaffeggiare dal­le frescure e dalle brezze, e affidando alle meravi­glie della natura le paturnie del momento.

Schizzava come un freccia, immergendosi in albe nascenti, crepuscoli, notti imminenti, raggi abba­glianti, canti di uccelli, sciabordii di acque, fruscii di fronde e mormorii di ruscelli, sommerso, alla guida, da tutte le emozioni di rimando da questi.

E traendone ispirazione e consenso. Quando spuntò sotto il Vulcano qualcuno gli urlò: - Ma che fai? Oh icchè tu dici? … Sei appena tornato e già mi invvii cartoline nata­lizie con donnine nude e poesiole sconce? Maremma maiala com’è bona! … Già mi trastulli e mi stordisci con le tue scurrili­tà e i tuoi giochi criptici?

Eh eh eh eh Ma di hosa ragioni bischero! Non sei ancora sceso dalla macchina che già mi irridi per le mie scarse capacità venatorie? … Maremma maiala, sempre ‘odesta storia! … Pensa a guidare invece di anticiparmi le tue nuo­ve sulle scappate pulite o sporche che siano! O ricordarmi quelle pulite fatte nell’albergo di New York dove allogiasti con Elvira!

Tu se’ tutto grullo, o tu lo fa a posta! … Certo che sì! Rideremo di grasso - gli urlava, a più riprese, tra i rumori del motore, scherzosamente, il cognato, marito della sorella Ramelde, l’arrendevole Raffael­lo Franceschelli. Il clan, di cui lui sentiva fortissimo il richiamo, è allertato. La famiglia lo attende. Un clan compatto, fatto di sorelle, cognati, nipo­ti, dal quale, però, Elvira Bonturi la moglie è rigoro­samente esclusa. Er bambore, figlie di Ramelde, cui lo zio non manca mai di mandare baci e saluti, sono in spa­smodica attesa. Ormai donne fatte, lui si firma on­cle, e rende al loro indirizzo le sboccate, seppure abbastanza ripulite, che faceva alla loro madre.

Eccolo! Col pastrano dal bavero rialzato, cappello dritto, eterna sigaretta in bocca, Giacomo Puccini è finalmente arrivato. Bisogna scendere da questa macchina. Ma scendere dove? Siamo a Napoli! Bisogna tenere un debito contegno. Manca un mese al Natale e il Presepe è già alle­stito. Una musica dolce, una ninna nanna, alla manie­ra di un carillon, risuona, è sera, all’improvviso”. Appuntamento, dunque al SalTo25 per questa nuova creazione della Primerano che di certo porterà sorprese.

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