di ROSSELLA PAONE
Lutto da trasformare in speranza. Del resto l'associazione Buona vita nasce per ricordare Domenico Nisticò, un giovane stalettese tragicamente scomparso. Lo sottolinea il presidente del sodalizio Daniela Rizzo in un'intervista dove ripercorre la nascita e gli scopi dell'associazione
Presidente, come nasce Buona Vita?
Buona Vita è un’associazione di promozione sociale che si è costituita ufficialmente poco più di un anno fa, nel luglio del 2023. Essa si origina dalla necessità di rielaborare il dolore di un lutto trasformandolo in nuova speranza. La memoria non può limitarsi ad essere celebrazione malinconica: essa assolve il suo ruolo quando produce qualcosa di buono, quando getta le basi per il nuovo. La memoria deve diventare futuro.
Buona Vita racconta una persona speciale, come verrà ricordata attraverso l’Associazione?
Buona Vita nasce per ricordare Domenico Nisticò, un giovane stalettese tragicamente scomparso. Domenico era un ragazzo particolarmente sensibile, amava profondamente la natura e gli animali: era socio attivo di Legambiente e aiutava la cugina Debora Rizzo, nota da anni nel campo del volontariato e oggi vicepresidente dell’Associazione, a prendersi cura di cani disabili e anziani. Questo suo amore per gli animali è stato riconosciuto con una menzione d’onore postuma durante il Premio Internazionale per la fedeltà del cane di San Rocco di Camogli 2023 (GE). Domenico amava l’arte, la musica e la letteratura ed era un attento lettore di testi sacri di diverse culture religiose. Ma come spesso accade, le anime più sensibili sono anche le più tormentate, quelle che più si interrogano sul senso delle cose e che soffrono maggiormente del malessere sociale, del non sentirsi pienamente comprese e accettate. Buona Vita si propone perciò di accogliere, motivare e supportare tutte le persone che hanno bisogno di sentirsi comprese e ascoltate.
La scelta del nome di un’associazione è particolarmente importante poiché può avere un impatto notevole su chiunque volesse collaborare nelle diverse iniziative, come si è arrivati alla scelta di questo nome?
È vero, il nome di un’associazione è una sorta di biglietto da visita e deve concentrare in sé gli elementi che la caratterizzano, l’essenza. Fin da subito è stato chiaro per noi che il nome doveva essere “Buona Vita”: erano le parole che Domenico aveva scelto come saluto, l’augurio più bello che potesse regalare alle persone care e l’insegnamento più grande che ci ha lasciato.
È molto profonda la frase a corredo della vostra pagina social: “Un augurio, una preghiera, un invito a trovare il coraggio di trasformare il lavoro in speranza”, percorso non semplice, da cosa iniziare? Da chi farsi aiutare?
È una frase che arriva al cuore e che esplicitala motivazione intrinseca, il senso di ciò che facciamo, ed è con orgoglio la portiamo anche stampata sulle nostre magliette. Trasformare il dolore in speranza è un obiettivo certamente arduo, ma già in questo primo anno di attività abbiamo mosso dei piccoli passi: ci siamo sentiti vicini nel perseguire un obiettivo comune, abbiamo regalato sorrisi, momenti di gioia e di condivisione e ce ne sono stati donati altrettanti. È questo che ci dà la forza di continuare!
Presidente, gli elementi guida di Buona Vita?
Perché sia davvero “buona vita” bisogna alleggerire il cuore, entrare in contatto con le persone e stabilire con esse un contatto basato sulla fiducia e sull’empatia.Il canale comunicativo che Buona Vita predilige è il linguaggio dell’arte: la musica, la pittura, la letteratura sono i canali espressivi per eccellenza e consentono di superare stereotipi e condizionamenti di vario genere.
Nello specifico di cosa si occupa l’Associazione? Quali temi sono stati trattati e quali le iniziative svolte lungo il primo anno di vita?
Abbiamo scelto una linea d’azione ad ampio raggio. Nonostante sia un’associazione nata da poco, le iniziative messe in campo da Buona Vita sono tante e diversificate: raccolte di generi di prima necessità per le famiglie bisognose; collaborazione con la Caritas per l’accoglienza dei migranti nel porto di Reggio Calabria, convegni e manifestazioni culturali e di interesse sociale, attività ricreative per gli anziani nelle case di cura e laboratori creativi per bambini e ragazzi.
L’Associazione è particolarmente dedita al disagio giovanile, come lo state affrontando?
Quando vuoi affrontare il tema del disagio giovanile e ti inserisci in una realtà circoscritta come è quella di un piccolo paese, questa è la prima domanda che devi porti: “Come affrontarlo?”. La risposta che ci siamo dati è che bisogna procedere a piccoli passi, se ti presenti come l’associazione che “si occupa di disagio sociale” rischi che chi ha bisogno non si avvicini per timore di essere stigmatizzato, etichettato. Buona Vita è pronta ad accogliere tutti: chiunque abbia voglia di donare il suo tempo e le sue energie e chiunque abbia bisogno di ricevere ascolto, cure e attenzione. Nelle esperienze vissute abbiamo imparato che si tratta di uno scambio reciproco che arricchisce entrambi i soggetti della relazione: chi riceve e chi dona. Attualmente Buona Vita è partner dell’Impresa Sociale “Con i Bambini” nella campagna nazionale di sensibilizzazione sul tema del disagio giovanile “Non Sono Emergenza”,
Come avvicinare i giovani all’Associazione? Che impatto ha avuto in loro Buona Vita?
Una delle prime attività in cui si è cimentata l’associazione è stata la gestione di un campo estivo. Inizialmente ero un po’ scettica sul fatto che questo tipo di attività potesse adattarsi al nostro scopo, invece si è rivelato un modo utili per avvicinare ragazzi e famiglie alla realtà associativa. L’Associazione cerca di essere presente sul territorio organizzando e partecipando a varie iniziative. Oltre agli eventi pubblici si organizzano con gli associati momenti di condivisione, ad esempio letture condivise di vari testi letterari: gli incontri sono occasione di socializzazione e riflessione.
Ogni associazione oggi è decisamente social e vicina a temi importanti, qual è il rapporto tra Buona Vita e il sociale? Il rapporto con le altre associazioni, vi sono progetti comuni?
Un’associazione “monade” non avrebbe ragion d’essere, la collaborazione è il fondamento e la principale risorsa delle associazioni. Buona Vita ha subito avviato un’intensa attività di collaborazione con Enti Pubblici (Amministrazione, scuole, Carabinieri per la Biodiversità,…) e con altre realtà associative presenti sul territorio: Legambiente Cassiodoro, Laboratorio della solidarietà,... Di recente Buona Vita ha dato il suo contributo al Memorial promosso dall’associazione Amici in moto di Gregorio Vatrella organizzando un laboratorio creativo e di educazione stradale per bambini e ragazzi. Attualmente, sta collaborando con l’Associazione Terra di Mezzo di Vallefiorita alla realizzazione del progetto “La via della bellezza”, un’attività che coinvolge attivamente i giovani nella promozione del territorio attraverso la realizzazione di un tour virtuale. Considerata la prossima apertura delle scuole, insieme all’ODV “Nati per Amare”, stiamo portando avanti “Il quaderno sospeso”, un’iniziativa solidale che prevede la raccolta e la distribuzione di materiale scolastico nella provincia di Catanzaro.
Qual è l’obiettivo prioritario che si prefigge l’Associazione oggi e quali sono i progetti futuri dell’Associazione?
Buona Vita ha come obiettivo prioritario la tutela dei più deboli accogliendoli e facendoli sentire parte di un gruppo, di una famiglia. Nel futuro abbiamo intenzione di intensificare la nostra azione di inclusione sociale rafforzando le cooperazioni con le scuole e con altri enti pubblici e del terzo settore. Per portare avanti questi obiettivi abbiamo bisogno di collaborazioni perciò approfitto di questa sede per invitare tutti coloro che vogliono contribuire fattivamente a prendere contatti con l’associazione all’indirizzo mail o tramite pagina FB di Buona Vita. E’ inoltre possibile sostenere le future iniziative dell’Associazione donando il devolvendo il 5x1000 a Buona Vita A.P.S. (C.F.: 97112730797).
Le emozioni più grandi che questa Associazione è riuscita a imprimere in questo primo anno, quali sono state?
Questo primo anno di attività è stato un tumulto di emozioni. Ricordo in particolare la felicità di ragazzi e famiglie nel partecipare al laboratorio artistico “L’arte che cura l’anima” o durante il “Festival degli aquiloni”; la gioia degli anziani delle case di cura durante i laboratori creativi e musicali: alcuni si sono messi anche a ballare nonostante il deambulatore. Ad ogni attività svolta, ad ogni sorriso regalato o ricevuto il mio cuore pesante si è fatto più leggero nutrendosi di nuova speranza.
Se dovessimo attribuire a Buona Vita tre colori e un profumo, quali sarebbero?
Mi viene innanzitutto in mente il Bianco che rappresenta la luce, quella luce che puoi vedere in fondo a un tunnel e alla quale sai di dover tendere; il rosso che rappresenta la passione e l’entusiasmo che noi volontari mettiamo nelle attività; il terzo non è un colore solo ma sono tutti i colori dell’arcobaleno che mi fanno pensare alle diversità che ci caratterizzano, che avvicinandosi e toccandosi possono creare uno spettacolo che fa bene all’anima. Il profumo sarebbe quello del glicine in fiore. Il glicine è l’albero che abbiamo piantato in ricordo di Domenico in un’area verde che il Comune di Stalettì ha affidato alla gestione di Buona Vita, uno spazio che stiamo via via rendendo più accogliente perché chi ne ha il desiderio possa sentirsi in pace con se stesso e con la natura respirando il profumo del glicine che si mescola con quello degli altri fiori.
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