di EDOARDO CORASANITI
Il controllo del territorio e l'accaparramento di risorse sarebbero passati anche dai villaggi turistici del crotonese e del catanzarese. Il modo più usuale si sarebbe tradotto con lo schema classico: undici episodi di estorsione e cinque di usura, un caso di ricettazione e due trasferimenti fraudolenti di valori. Per un totale di 10 misure cautelari (su 14 indagati): sette sono finiti in carcere, due ai domiciliari e un divieto di dimora in Calabria.
Sono i numeri del blitz di questa mattina “Operazione Ionica” e per cui il gip di Catanzaro, Matteo Ferrante, ha previsto anche il sequestrato beni per due milioni di euro. Al centro del procedimento gli esponenti della cosca di 'ndrangheta Mannolo-Trapasso-Falcone-Zofreo, della zona di Cutro, in provincia di Crotone, con diramazioni anche nel nord Italia. L'indagine è coordinata della Dda di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri, a cui si è affiancato il lavoro della Guardia di Finanza che ha portato alla luce l'attività della cosca, attiva con estorsioni, usura, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori aggravati dalle modalità mafiose.
'Ndrangheta nel Crotonese, colpo al clan Mannolo (I NOMI)
Protezione, manutenzione del verde, guardiania, fornitura: per il gip di Catanzaro in alcuni casi si ha un controllo dell'intero villaggio turistico, capace di diventare il centro di un accordo di lottizzazione mafiosa per dividere gli incassi. Progetti criminali che vedevano la cosca Mannolo come protagonista
In questo procedimento, oltre alla collaborazione dei pentiti, giocano un ruolo fondamentale il racconto degli imprenditori vessati dalla criminalità organizzata: sono loro che denunciano anni e anni di vessazioni, pressioni e minacce che a volte non hanno bisogno di trasformarsi in parole. Come racconta un imprenditore: "Non ho mai ricevuto minacce, ma non servivano". Gli indagati avrebbero agito imponendo, in alcuni casi, il servizio di guardiania: 1200 euro al mese. Oppure "garantendo" una protezione ad un prezzo, circa 10 o 13mila euro annui, a seconda dei casi, ma anche 30mila. Così come imposta e non soggetta a trattazione sarebbe stato il servizio del verde, dove la criminalità avrebbe imposto i suoi uomini e le sue ditte.
Le pagine dell'ordinanza di custodia cautelare raccontano anche di episodi di usura, come quella che descrive un prestito di 100 milioni di lire, trasformato poi in 69 mila euro.
Adesso gli indagati potranno cercare di chiarire le dinamiche al gip, che in queste ore disporrà l'interrogatorio di garanzia. Insieme agli avvocati, inizierà a comporsi un quadro in cui anche i protagonisti dell'indagine diranno la loro su quanto gli è contestato.
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