Cala il sipario sul Festival d'Autunno: trionfo degli Elii al Politeama di Catanzaro

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images Cala il sipario sul Festival d'Autunno: trionfo degli Elii al Politeama di Catanzaro

  11 novembre 2023 11:46

di VITTORIO PIO

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Serata a dir poco trionfale per l'ultimo atto dei vent'anni del Festival d'Autunno, la rassegna diretta da Antonietta Santacroce, che quest'anno ha fatto il pieno di sold-out. Sul palco di un gremitissimo Politeama, sono arrivati da tutta la regione I disomogenei fans di Elio e le Storie Tese, ovvero i fuoriclasse della canzone italiana che hanno sempre fatto categoria a parte, non essendo stati omologabili a niente di quello che c'è stato e probabilmente mai ci sarà. Piuttosto le loro ispirazioni sono elevatissime, perchè oltre ad essere dei grandi musicisti, gli “Elii” sono anche dei grandi intenditori di generi e capitoli fondamentali nell'evoluzione del genere.

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Occhieggiando ai Led Zeppelin e Frank Zappa, il gruppo milanese tra un frizzo di apparente disimpegno, una innocua parolaccia e una distorta liturgia celebrativa, fa sempre intendere molto bene quanto elevato sia il livello esecutivo, per cui è ovvio che la parte migliore della loro attività sia stata effettuata live, con una sequela di concerti memorabili nel corso di una carriera, che dopo l'annunciata separazione di qualche anno fa, ha trovato nuova linfa con questa reunion che pure in questa esclusiva tappa di Catanzaro, ha registrato un più che scontato tutto esaurito.

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L’eclettica storia degli Elii

Setlist molto stimolante per gli aficionados, con il consueto mix dissacrante e parodistico (strepitoso il passaggio dedicato a Mahmood e Blanco), in cui oltre al nucleo storico completato da Faso e Christian Meyer per una potentissima sezione ritmica, si è distinto Cesareo alla chitarra, il prof. Vittorio Cosma alle tastiere, la dotatissima vocalist Paola Folli ed il prode Mangoni, vero mattatore della serata per la sequela di improbabili per quanto divertenti travestimenti come l'eroe in calazamaglia di “Supergiovane” che si scaglia contro governi e matusa, l'irresistibile trama del “Vitello dai piedi di balsa”, che avuto anche una ripresa nel finale, i costi esorbitanti delle mode passeggere in mano al sesso femminile “La follia della donna”, che ritorna prepotente nella hit del 1992 “Servi della Gleba”, che svela impietosamente tutto quello che un uomo è disposto a tollerare in regime di sudditanza amorosa, magistralmente declamato da Faso. In questi trent'anni si è trasformato in una sorta di inno\manifesto per gli sfigati in amore, insieme alla dannata festa delle medie di “Tapparella”, che da quasi venticinque anni si sublima nel coro da stadio “Forza Panino”.

L’eclettica storia degli Elii rivissuta in queste due ore volate via ci lascia ancora una volta euforici e sorridenti, rimarcando la testardaggine con cui hanno continuato a sovvertire dall’interno le logiche della ormai afflitta industria discografica italiana, portando avanti un’epopea “Completamente antieconomica/ A propulsione elica [...] Dolcemente stitica, ma elogiata dalla critica”.

Ribadendo il  loro status di musicisti straordinari, istrioni impenitenti e di una “vita sbruciacchiata” su qualsiasi palco, poi condivisa all'uscita artisti in completo relax con un manipolo di irriducibili sotto la pioggia, accontentati in tutto e per tutto dai prodi Elii.

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