"Calabria, terra mia". I ragazzi di Collevento: "Muccino non ama la nostra terra e si vede"

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images "Calabria, terra mia". I ragazzi di Collevento: "Muccino non ama la nostra terra e si vede"
Un frame del cortometraggio
  24 ottobre 2020 14:19

Continua a far parlare di sé "Calabria, terra mia", il cortometraggio scritto e girato da Gabriele Muccino e fortemente voluto dalla compianta governatrice Jole Santelli per promuovere le bellezze della nostra terra.

I ragazzi di Collevento, però, non hanno gradito il prodotto finito. Non sono gli unici, dal momento che altre critiche negative si sono scatenate sui social dal giorno in cui è uscito il corto. "Non ci è piaciuto, anzi, in alcuni punti ci ha anche offeso. Il regista dell’amore e del sentimento non ama la nostra terra e si vede", esordisce Collevento.

"Il cospicuo budget (1,7 milioni) si sarebbe potuto investire interamente qui in Calabria, dando spazio ad artisti locali che conoscono ed amano il nostro territorio ma, a posteriori, siamo bravi tutti e noi non vogliamo cadere in questa inutile polemica. Vogliamo parlare del prodotto, di questi vuoti 8 minuti, girati da Muccino con la supervisione (si spera) e l’approvazione dalla Regione Calabria", il commento diretto dei membri che, in più punti, spiegano il motivo del loro dissenso.
 
"Dove siamo? Chi lo sa! A parte la balconata di Tropea, non abbiamo riconosciuto neanche un luogo. Tra un campo medio e un agrumeto, tra una viuzza e un locale non c’è neanche un riferimento su dove ci troviamo che, diciamola tutta, dovrebbe essere alla base di uno spot promozionale per il turismo in regione", e poi continuano: "«E poi c'è lui, il mare.»…Il nostro territorio, tanto duro quanto variegato, ridotto a paesaggi rurali e ad un mare cromaticamente caraibico. Neanche uno scorcio della Sila o dell’Aspromonte, neanche un pezzetto del nostro tessuto urbano".
 
E ancora: "Arte e Cultura? Finocchietto! Siti archeologici, secolari chiese e cattedrali, Mattia Preti, Mimmo Rotella, i Bronzi, i festival, castelli e torri, i musei, ecc… Meglio parlare della soppressata con il finocchietto. Chi sono i calabresi? Ragazzi con la coppola e le bretelle, sono contadini che tirano le redini dei muli, sono donne che stendono panni dal balcone. Un popolo mai uscito dagli anni 50, si intravedono una 500 e una vespa, tutti abbigliati in maniera anacronistica. Tutti tranne i protagonisti, lei straniera, lui emigrato di rientro per le vacanze con il macchinone rosso e le uniche sneakers di tutta la regione".
 
Infine, concludono: "Muccino poteva far vedere di più. Invece ha preferito cristallizzare la nostra amata Terra, fuori dal tempo, a-storica, fatta di una ruralità pacifica, serena, irrealisticamente compiaciuta. L’ennesimo insulto alla Calabria e al suo popolo".

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner