Calabria zona rossa. La riflessione di Franco Brescia: "Dalla mancanza di provvedimenti ergono precise responsabilità soggettive"

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Franco Brescia
  07 novembre 2020 22:35

di FRANCO BRESCIA

Sono stato nella servizio sanitario per 44 anni, di cui, per 38, nella qualità di direttore apicale a livello provinciale,  regionale e nazionale. Inoltre, sono stato operativo nel Consiglio Sanitario Nazionale e nella  Programmazione Nazionale. Senza considerare tutti gli altri incarichi in commissioni provinciali, regionali e interregionali.  Tengo a precisare che le attività in seno al  Consiglio sanitario, nella Programmazione nazionale e in tutte le Commissioni citate sono state da me svolte a titolo puramente gratuito e, pertanto,  con il rimborso delle sole, relative, spese vive sostenute.

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Da queste esperienze ho tratto la netta, oculata convinzione che il peggio che si possa fare nel campo della sanità proviene nel suo affidamento a politici e a persone incompetenti, siano queste rappresentate da generali, giudici o provenienti da altre professioni varie. Purtroppo,  nei fatti, non solo in Calabria ma in tutta l'Italia, si è badato agli interessi politici, alle appartenenze varie come le logge massoniche, a mettere in atto sistemi da cui trarre arricchimenti illeciti con il risultato che la gestione della sanità ha subito disastrose conseguenze come questa che sta vivendo attualmente il sistema calabrese e il popolo calabrese.

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Proprio in questo ultimo evento io intravedo precise, gravi responsabilità a carico di diverse persone da porre all'esame della magistratura. Chissà quante volte ho denunciato questi avvenimenti su quotidiani e periodici,  ma senza esito positivo. Ne ho fatto menzione anche nei miei libri sulla sanità, tra cui in questo che sto portando a termine: "La sanità italiana. Storia, fatti, misfatti ". Sin dalle sue origini. L'altra mia convinzione è che nella sanità e negli altri gangli della pubblica amministrazione nulla cambierà in avvenire anche se mi auguro il contrario da cui tragga benessere l'intero popolo italiano.

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Inoltre, considerate le previsioni scientifiche prodotte da ogni parte,  il coronavirus si sarebbe ripresentato con virulenza nella stagione autunnale con sua persistenza nei mesi successivi, per cui andavano studiate e messe in atto, in tempo debito, tutte le misure atte a far fronte alle necessità assistenziali provenienti dalla popolazione affetta dal morbo, come la creazione di posti letto per terapia intensiva. Ciò, maggiormente in presenza di disponibilità finanziarie messe a disposizione dal Governo, rimaste invece inutilizzate stante le notizie ricorrenti. Dalla mancanza di provvedimenti ergono precise responsabilità soggettive.

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