"Nel 2022 l’aumento delle temperature con prolungato stato di siccità, nella nostra regione ha fatto diminuire le produzione in agricoltura e questo si abbatterà a cascata sulle tavole dei cittadini. Il 2022 si classifica fino ad ora come l’anno più caldo di sempre con una temperatura nei primi dieci mesi del 2022 addirittura superiore di +1,07 gradi rispetto alla media storica, ma si registrano anche precipitazioni ridotte di oltre 1/3, secondo l’analisi Coldiretti su dati Isac Cnr".
È l'allarme lanciato da Coldiretti Calabria nella figura del suo presidente Franco Aceto.
"Davanti a tale reale condizione che ha interessato tutta la regione nessun territorio escluso – riferisce Aceto – abbiamo chiesto al Dipartimento Regionale Agricoltura di attivare le procedure per modificare la Delibera di Giunta n. 526 del 31 ottobre la declaratoria cui declaratoria prevede lo stato di calamità per eccezionale e prolungata siccità solo sulla sola fascia ionica della regione nel periodo giugno-settembre 2022, ma vista e constatata la prolungata siccità di dichiarare lo stato di calamità su tutto il territorio regionale nessuna zona esclusa. Abbiamo notizia – conferma Aceto – che il Dipartimento si è immediatamente attivato dando disposizioni ai dirigenti dei settori interessati per le varie province e Città metropolitana di Reggio Calabria, di relazionare sulla situazione".
"Per fare un solo esempio a pesare sull’olivicoltura, che riguarda oltre il 30%della nostra economia agricola e agroalimentare, è stata una siccità devastante mai vista negli ultimi 70 anni che ha messo in stress idrico gli uliveti danneggiando prima la fioritura e poi le gemme, soprattutto in quelle zone dove non si è potuto intervenire con le irrigazioni di soccorso per dissetare e rinfrescare le piante e diverse aziende che hanno deciso di non intervenire per gli elevati costi di carburante, elettricità e prodotti di supporto alla nutrizione dei terreni. L’agricoltura – afferma il presidente di Coldiretti Calabria - è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli promuovendo l’uso razionale dell’acqua, l’innovazione tecnologica per la riduzione dell’impatto ambientale, l’economia circolare con la produzione di energie rinnovabili come biogas e biometano e lo sviluppo del fotovoltaico sui tetti senza consumo di terra fertile".
"L’agricoltura italiana di cui la Calabria è un pezzo importante - commenta Aceto - è diventata negli anni la più green d’Europa ma di fronte al caro energia e al cambio del clima bisogna intervenire al piu’ presto per salvare stalle e aziende ed investire con interventi strutturali per guardare al futuro, dai bacini di accumulo per l’acqua di cui le campagne hanno bisogno all’agricoltura 4.0 per tagliare spese e aumentare produttività. Occorre senza dubbio agire per evitare che, passata l’estate, il tema ritorni in secondo piano, salvo ripresentarsi la prossima primavera perché l’acqua dolce, vista la situazione pluviometrica è un bene che diventa sempre di più scarso e prezioso".
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