«Nell’emergenza che abbiamo attraversato si è rivelato prezioso il contributo di chi, dal basso, si è mobilitato per dare risposte dove ce n’era più bisogno e dove le istituzioni non sono riuscite ad arrivare. È venuta fuori ancora una volta l’Italia della solidarietà e della partecipazione, il Paese che si rimbocca le maniche sui territori e da cui adesso, se si vuole affrontare il periodo difficile che ci troviamo davanti senza rischiare di prestare il fianco a chi specula sui bisogni, bisogna ripartire». È quanto dichiara Pippo Callipo, capogruppo di “Io resto in Calabria” in Consiglio regionale, che aggiunge: «Ho letto con attenzione le proposte elaborate da “Goel – Gruppo cooperativo” e “Comunità Progetto Sud” e non posso che esprimere pieno sostegno al “manifesto” con cui queste due realtà, che conosco bene e che rappresentano la Calabria migliore, hanno lanciato il loro “SOS Calabria”».
«È evidente – prosegue Callipo – che le pur indispensabili misure di sostegno economico che arrivano dal Governo e dalla Regione rischiano di non essere sufficienti in un territorio in cui la ‘ndrangheta potrebbe approfittare della crisi per inquinare ancora di più un’economia già fragile e piegata agli interessi di pochi. A ciò dobbiamo opporci con tutte le nostre forze e per farlo è necessario avere le idee chiare e una visione strategica della ripartenza».
«Credo per questo – aggiunge il capogruppo di IRIC – che debba essere ascoltata la voce di chi, come “Goel” e “Progetto Sud”, lotta da anni contro la ‘ndrangheta e l’emarginazione favorendo pratiche virtuose di economia e cooperazione sociale. Le loro idee sul potenziamento delle infrastrutture digitali, sul sostegno all’agricoltura biologica e al turismo sostenibile, sul mutualismo e la sussidiarietà, meritano di essere prese in considerazione e discusse da chi rappresenta le istituzioni ai vari livelli. Auspico che la Giunta regionale risponda al loro appello perché, a mio avviso, per chi è chiamato a governare – conclude Callipo – il confronto con le forze sane della società è l’unica via per costruire un futuro improntato alla giustizia sociale e al bene comune».
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