Per i giudici manca la dimostrazione che il mutamento normativo abbia determinato l'impossibilità di realizzare il progetto
06 giugno 2020 12:03di PAOLO CRISTOFARO
Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso della società "Epc S.r.l.", difesa dall'avvocato Sergio Starace,contro la Regione Calabria, difesa dal legale Paolo Falduto, relativo alla realizzazione di un impianto eolico a Feroleto Antico (CZ). La ditta chiedeva un risarcimento per il ritardo dell'Ente nelle procedure di autorizzazione.
Per i giudici, però, alcun danno è imputabile all'amministrazione, dato che la mancata autorizzazione non avrebbe rappresentato un ostacolo assoluto per la realizzazione dell'impianto, considerando che l'Ente regionale aveva solo cambiato le regole propedeutiche a questi progetti. Per il Tribunale la ditta non sarebbe stata ostacolata e non avrebbe subito danno dalla Regione, ma avrebbe dunque cambiato idea rispetto alla volontà di impiantare effettivamente l'eolico.
"La legislazione regionale aveva determinato la sospensione dell’esame delle domande di autorizzazione", recita il dispositivo. "In particolare, dal giugno al dicembre 2008 era stata disposta la sospensione delle procedure di rilascio di nuove autorizzazioni per effetto delle leggi regionali 15 e 38 dello stesso anno. La successiva legge regionale 42 del 2008, aveva previsto una nuova disciplina dei limiti massimi di potenza autorizzabile, con conseguente sospensione dell’esame di tutte le domande al di fuori della potenza". Un mutamento, dunque, in ordine alle regole per l'autorizzazione degli impianti eolici che non precludeva, in assoluto, la possibilità di realizzarli, ma semplicemente disciplinava diversamente le procedure.
La società aveva presentato l'istanza per l'autorizzazione il 16 aprile 2009, ma la Regione aveva comunicato la necessità di adeguarla al sopravvenuto aggiornamento della normativa. Il 21 febbraio 2012, a 3 anni di distanza, l'Ente aveva comunicato alla "Epc S.r.l." la mancata trasmissione della documentazione integrativa richiesta. Nello stesso anno la società ha chiesto alla Regione il risarcimento per il presunto danno subito. Il Tribunale Amministrativo Regionale aveva già respinto l'istanza dell'impresa, che però ha optato per un ulteriore appello al Consiglio di Stato. L'attuale sentenza (presidente: Roberto Giovagnoli; estensore: Giuseppa Carluccio) ha posto fine al contenzioso dando ragione alla Regione Calabria.
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