Parafrasando lo slogan del congresso nazionale, Legacoop individua una serie di proposte da mettere al centro dell’agenda della nuova amministrazione regionale “per cambiare la Calabria cooperando”. Idee, proposte, riflessioni affidate ad un articolato manifesto indirizzato ai quattro candidati alla presidenza della Regione.
Legacoop Calabria chiede, infatti, la massima attenzione su temi come: riordino territoriale e istituzionale; governo del territorio rigenerazione urbana; salvaguardia e tutela del territorio; infrastrutture regionali; sviluppo economico: attività produttive, politiche industriali; ricerca e innovazione; lavoro e formazione; credito e finanza; appalti pubblici e public procurement; sicurezza e legalità; attrattività del sistema territoriale regionale e internazionalizzazione; economia circolare e gestione dei rifiuti; mobilità delle persone e delle merci; sviluppo delle aree interne; la programmazione dei fondi strutturali europei 2021-2027; agroalimentare; welfare e sanità; politiche abitative; politiche culturali e dello sport; politiche del turismo.
“I cooperatori chiedono di accelerare la ricostruzione del sistema calabrese dando maggiori poteri agli enti locali – si legge inoltre nel manifesto -. Uno degli obiettivi primari da porci nei prossimi anni è il superamento del commissariamento nella sanità. Altra priorità è ridurre la burocrazia che frena gli investimenti ed i programmi delle imprese. In terzo luogo sarà prioritario superare le gare al massimo ribasso che comprimono i diritti dei lavoratori, riducono la qualità dei servizi e premiano le imprese meno qualificate. Su questo punto, chiediamo ai candidati l’approvazione di una legge regionale chiara e semplice che superi questa logica nelle gare pubbliche. Altro tema centrale per la cooperazione è investire nel welfare e sulle fasce deboli della popolazione”.
I cooperatori confermano ai candidati “il proprio impegno a dare un contributo al rilancio ed allo sviluppo della regione. In questa prospettiva la cooperazione chiede un impegno per il sostegno della nascita e dello sviluppo delle imprese recuperate dai lavoratori in forma cooperativa (WorkersBuyOut). Queste imprese negli anni della crisi economica hanno permesso di recuperare importanti realtà produttive della regione e di salvare centinaia di posti di lavoro”.
“Sarebbe auspicabile la costituzione di un tavolo permanente con gli assessorati competenti (lavoro, attività produttive), il mondo della cooperazione ed i sindacati, quest’ultimi rappresentano le “antenne” più sensibili sulle crisi aziendali – suggerisce ancora Legacoop -. Inoltre la cooperazione chiede ai candidati l’approvazione di una proposta di legge regionale che disciplina le cooperative di comunità, uno strumento innovativo che può essere utilizzato per rivitalizzare le aree rurali e per riqualificare le aree urbane degradate delle città, innescando e favorendo meccanismi di rigenerazione urbana che parta dal basso e che indirizzi gli interventi strutturali verso i reali fabbisogni sociali. Le cooperative sono imprese legate al territorio, che non delocalizzano, che negli anni della crisi hanno resistito e ora sono pronte a lavorare per far ripartire l’economia regionale collaborando con gli attori pubblici, i cittadini e le imprese private”.
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