Si è conclusa nello scorso fine settimana la seconda edizione del Cammino della Prima Italia, l’ormai nota manifestazione sportiva escursionistica nell’istmo di Catanzaro organizzata dall’Associazione Sportiva Dilettantistica Calabriando di Catanzaro e dalla Nuova Scuola Pitagorica, con il patrocinio dei Comuni di Squillace, San Sostene, Jacurso, Curinga, Maida, San Pietro a Maida, Marcellinara e Tiriolo e la collaborazione di vari enti, guide locali, persone e associazioni, tra le quali l’Associazione Amici con il Cuore di Catanzaro.
L'edizione 2021, a differenza della precedente, al fine di coinvolgere più comuni dell’istmo di Catanzaro, si è svolta in più tappe. Dopo i primi chilometri, percorsi a San Sostene e Squillace nei mesi di luglio e agosto, e la tre giorni di cammino a Maida, San Pietro a Maida, Jacurso e Curinga nel mese di settembre, si sono ora aggiunti gli ultimi due appuntamenti, con un fine settimana di trekking nella natura stupenda di Tiriolo e Marcellinara.
Il Cammino è nato due anni fa da un’idea di Salvatore Mongiardo, Riccardo Elia e Felice Izzi. Si tratta di una serie di escursioni nell’istmo di Catanzaro, nella terra stretta tra due Golfi in cui migliaia di anni fa nacque la “Prima Italia”, come la chiamarono gli antichi autori di lingua greca del V sec. a.C. E’ un cammino sulle tracce di antiche storie e alla scoperta di leggende, da Re Italo ad Ulisse, da Nausica ad Alcinoo, in luoghi oggi molto diversi ma che conservano intatto il fascino del passato; ma si tratta anche di un cammino etico sulle orme del popolo degli Itali, i quali vivevano in questa terra in armonia con i principi che Pitagora comprese e pose in seguito alla base della dottrina etica su cui si fonderanno tante comunità della Magna Grecia.
Negli ultimi due giorni gli escursionisti sono scesi nel territorio di Tiriolo lungo il fiume Corace, che sfocia nello Jonio, da dove Ulisse ripartì per il suo agognato ritorno ad Itaca; hanno visto contemporaneamente i due golfi descritti da Omero, sbarcato sulla Skerìa (terraferma); ed hanno percorso parte del tragitto fatto da Nausicaa, la figlia del re Alcinoo, che da Tiriolo scendeva al lavatoio con le sue ancelle per lavare i panni nel fiume Amato, che sfocia invece nel Tirreno dopo aver corso quasi parallelamente al Corace.
Questi ed altri luoghi bellissimi della Terra dei Feaci, ove Ulisse naufraga, descritti da Omero nell’Odissea, sono stati individuati nell’Istmo di Catanzaro molti anni or sono dal Professore Armin Wolf, noto storico tedesco, che ha studiato per più 60 anni l’Odissea, riportando il frutto delle sue lunghe e approfondite ricerche nel famoso libro “Ulisse in Italia”, che a breve sarà ripubblicato in una nuova edizione ancor più ricca. Proprio il professore (cittadino onorario di Squillace) è giunto in questi giorni in Calabria dalla Germania, dove vive, per partecipare all’iniziativa; nonostante la sua età, ha percorso un tratto a piedi con i camminatori fino al fiume Amato, spiegando inoltre le sue teorie in ottimo italiano e i dettagli della sua ricerca in una seguitissima lectio magistralis sull’argomento, tenuta nella sala conferenze del residence Due Mari di Tiriolo.
Grazie alle competenti guide della Comunità Cooperativa Skerìa, Cecilia Cocerio, Felice Scozzafava e Mariagrazia Merigelli, la visita al bellissimo Museo e all’antichissimo sito archeologico di Tiriolo, al castello normanno e al borgo stretto tra due mari hanno completato una due giorni molto interessante, nonostante i capricci del tempo.
Un ringraziamento particolare i camminatori lo hanno rivolto al gentilissimo barone Gianpietro Sanseverino, che ha permesso al gruppo di visitare nelle sue proprietà un luogo ricco di fascino e di motivi di interesse, immerso nella natura selvaggia del fiume Amato e caratterizzato dall’antico mulino delle fate e dalla piccola centrale idroelettrica dei primi del ‘900; nello stesso luogo i camminatori hanno goduto dell’appassionata guida del responsabile della tenuta Francesco Gariano, della cortese accoglienza della Pro Loco di Marcellinara guidata da Franco Bevacqua, che ha permesso di degustare alcuni piatti tipici locali, mentre a portare i saluti dell’Amministrazione Comunale ci ha pensato la consigliera Maria Scali. A coordinare infine l’intera esperienza di Marcellinara ci ha pensato l’infaticabile Giuseppe Scerbo Sarro.
Accoglienza calabrese, panorami mozzafiato, tradizioni, monumenti, archeologia, arte, cultura, storia, due mari, due fiumi, l’enogastronomia di eccellenza, i prodotti tipici e tanto altro sono stati gli ingredienti di questo cammino, nuovo e antico al tempo stesso, che sarà riproposto l’anno prossimo con nuovi e altri itinerari; sempre con lo scopo di scoprire, a passo lento, in sicurezza e serenità, la storia e le infinite bellezze del punto più stretto d’Italia, che possono renderci orgogliosi di esser calabresi.
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