Cannistrà: "Gli orrori della guerra: Ucraina e Palestina, popoli schiacciati dai potenti"

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  07 giugno 2025 09:24

di EMANUELE CANNISTRA'

La guerra, chi la desidera davvero? Sicuramente non il popolo. Non la vogliono le madri che piangono i loro figli, i padri che frugano tra le macerie, i bambini che crescono ascoltando il rumore delle bombe invece delle favole. Non la vogliono coloro che per anni hanno condiviso strade, case, lavoro e sogni — e che ora si trovano improvvisamente divisi, costretti a odiarsi per colpa di bandiere e interessi che non gli appartengono. In realtà, la guerra è voluta solo dai folli al potere. Quelli che, seduti su troni costruiti su bugie, ideologie distorte e alleanze segrete, stringono accordi con i mercanti di morte: i signori delle armi, dell’odio e del denaro. Questi venditori di morte prosperano sul sangue dei civili, sulle lacrime delle madri e sul silenzio degli innocenti. Chi ha davvero chiesto al popolo ucraino, russo, palestinese o israeliano se desiderava la guerra? Chi ha dato loro voce prima che le bombe cominciassero a cadere? Nessuno. Perché oggi il popolo non conta più nulla. Non viene ascoltato, ma solo sacrificato. Figli mandati al fronte per compiacere governanti che, con promesse false e ideali corrotti, hanno preso il potere e trasformato la politica in un teatro di morte.

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In Ucraina, una nazione straziata dall’invasione e dalla lotta per la resistenza, il popolo si trova intrappolato in giochi geopolitici che lo sovrastano. Migliaia di giovani vengono mandati al fronte, mentre le città si svuotano, trasformandosi in cimiteri a cielo aperto. Le promesse di difesa, libertà e sovranità si scontrano con una realtà cruda, fatta di sangue e disperazione. In Palestina, la tragedia umanitaria continua a ripetersi senza sosta. Gaza è una ferita aperta nel cuore del mondo, dove le vittime sono sempre le stesse: bambini, madri, civili. Anche in Israele, la paura è una compagna quotidiana, e il costo della sicurezza si misura in vite umane, in traumi che segneranno intere generazioni. E mentre i popoli piangono, i leader alzano la voce. Parlano di diritti, giustizia e autodifesa, ma queste parole perdono significato quando il risultato è la distruzione reciproca. Le loro decisioni non nascono dalla volontà collettiva, ma da giochi di potere, interessi economici e pressioni internazionali.

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È tempo di porre una domanda semplice ma profonda: cosa succederebbe se fosse il popolo a prendere le decisioni? Se ai cittadini russi, ucraini, israeliani e palestinesi venisse data la possibilità di esprimersi? Probabilmente scopriremmo che la maggior parte di loro desidera solo vivere in pace, crescere i propri figli, lavorare, amare e sognare. Ma questa verità spaventa chi detiene il potere, perché mette in discussione l'intero sistema: un sistema che si basa sul conflitto, sulla paura e sull'odio alimentato ad arte.
La pace non è un'utopia. È una scelta. Ma affinché ciò accada, dobbiamo prima smascherare chi trae profitto dalla guerra e dare finalmente voce a chi non l'ha mai avuta: il popolo. L'unico vero sconfitto, ma anche l'unica vera speranza.

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