di GABRIELE RUBINO
A pochi giorni dalle elezioni regionali pochi si aspettavano l'esplosione della crisi politica al Comune di Catanzaro. Non che le divisioni della maggioranza non ci fossero e nemmeno che l'effetto dell'inchiesta delle commissioni consiliari non fosse stato pesante, ma più o meno tutti si erano dati appuntamento al 27 gennaio per regolare i conti. Invece, un pezzo importante del centrodestra come Forza Italia prende le distanze dal sindaco Sergio Abramo annunciando le dimissioni degli assessori e di dieci consiglieri in orbita "azzurra". Dimissioni che, tuttavia, non si sono materializzate ancora al Comune, a differenza di quelle di Gianmichele Bosco, Nicola Fiorita, Roberto Guerriero, Fabio Celia e (stamattina) Libero Notarangelo.
La questione non è soltanto lo scioglimento anticipato del Consiglio comunale, ma la sostenibilità politica di un'Amministrazione eletta anche grazie a Forza Italia che adesso vorrebbe staccare la spina. Gli altri due blocchi della maggioranza, cioè il gruppo del sindaco e Catanzaro da Vivere, con le "non" dimissioni di altri membri della minoranza e del misto (Sergio Costanzo, Cristina Rotundo e Eugenio Riccio) avrebbero i numeri per proseguire, forse addirittura aiutati dalle surroghe che scatteranno per gli uscenti. Un piano che passa anche dalle scelte di Enzo Ciconte e Lorenzo Costa (ex Pd), che per il momento non si sono espressi ufficialmente.
Probabilmente l'intento di Forza Italia era di "sfiduciare" Abramo subito, per poi chiudere la partita nei giorni successivi alle Regionali. La reazione degli ex alleati potrebbe accelerare il redde rationem. Tallini ha sfidato Abramo e Abramo a sua volta ha sfidato Tallini a mostrare le carte. Forse non tutti i dieci consiglieri e non tutti i cinque assessori compieranno il grande passo, ma la quasi totalità giura di sì. Non si torna indietro.
Per come si è messa la situazione stamattina qualcuno deve fare una mossa, anche perché per un beffardo gioco del destino è in calendario la conferenza dei capigruppo con all'ordine del giorno la decadenza (a causa delle assenze ingiustificate in Consiglio) di uno dei potenziali "dimissionandi", ossia Tommaso Brutto (LEGGI QUI). Se Forza Italia staccherà la spina prima, la riunione non si terrà mai. In caso contrario la pratica sarà calendarizzata in una futura assemblea municipale. Tutti gli occhi sono puntati sull'ufficio protocollo, da cui ormai dipende il destino della consiliatura.
LA MAGGIORANZA ATTUALE: Demetrio Battaglia, Enrico Consolante, Filippo e Rosario Mancuso, Fabio Talarico, Giuseppe Pisano, Antonio Mirarchi, Antonio Ursino, Ezio Praticò e Marco Polimeni (oltre il sindaco Sergio Abramo)
MISTO, VERSO LA MAGGIORANZA: Giovanni Merante, Antonio Triffiletti, Eugenio Riccio
OPPOSIZIONE, "NON DIMISSIONARI": Sergio Costanzo e Cristina Rotundo
MISTO, NON DEFINITI: Enzo Ciconte e Lorenzo Costa
FORZA ITALIA: Luigi Levato, Antonio Angotti, Rosario Lostumbo, Manuela Costanzo, Francesco Gironda, Tommaso Brutto, Giulia Procopi, Roberta Gallo, Andrea Amendola e Carlotta Celi
MINORANZA DIMESSI: Gianmichele Bosco, Nicola Fiorita, Fabio Celia, Roberto Guerriero e Libero Notarangelo
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