di FRANCESCO DI LIETO
Il termine calcio-mercato è usato per indicare le trattative che portano il trasferimento di un calciatore da una società ad un'altra. Il motivo dei trasferimenti è semplice: una squadra garantisce più soldi al campione sportivo.
Ma se questo vale per lo sport, cos’è che anima il mercato dei consiglieri comunali? Cosa induce tanti consiglieri a cambiare casacca e tradire i propri elettori? Diciamo subito che il contesto favorisce questa transumanza.
Catanzaro, infatti, è afflitta da una atavica rassegnazione. Non a caso Carlo V la definì “fidelissima”. Qui nessuno si ribella se un sindaco, ad esempio, offendere suoi cittadini; “comu si eu aspettu i voti vostri, voi non avete capito niente” (cit. S.A.), o addirittura, se qualche consigliere decide di usarli come punchball e prenderli a botte.
Magnifica et Fidelissima, soprattutto fidelissima ...fino allo spargimento di sangue. E mentre Catanzaro sanguina questa consiliatura registra il poco invidiabile record dei cambi di casacca. Ora, a prescindere dei motivi (pubblici o privati) che hanno indotto ad alimentare questo “mercato”, ci sono due aspetti che dovremmo approfondire.
Uno che attiene alla dignità dell’uomo e l’altro al vil danaro. Partiamo da quest’ultimo aspetto. Se qualcuno si vende è perché qualcun’altro offre danaro o altra utilità. Fatti loro, si potrebbe dire…se non fosse che il conto di questo folle mercato saremo tutti noi a pagarlo. Quanto alla dignità occorre chiarire come non sia reato cambiare casacca. E’ infatti lecito mandare a quel paese i propri elettori. Lo diciamo subito per evitare che il giovin presidente del consiglio inizi con la litania della presunzione d’innocenza e della mancanza di sentenze definitive.
E’ lecito, certo, ma fa proprio schifo.
E così assurge a sistema la transumanza politica. Consiglieri come bovini che migrano alla ricerca di pascoli dove sfamarsi. Non è disprezzo, ma pena. Si può cambiare idea, si può decidere di non essere leali con chi ti ha sostenuto e rinnegare le proprie convinzioni ma, in un paese “normale” si dovrebbe avere la decenza di dimettersi. Invece il tradimento viene addirittura ostentato. Ci fosse un consiglio autorevole si potrebbe pretendere un patto morale affinché questi “mercanti” non abbiano mai a ricoprire alcun incarico. Non possano godere dei trenta danari. Ma siamo a Catanzaro, dove il tradimento è utile al sistema.
E così, grazie anche al nostro silenzio, questi signori non soltanto tradiscono gli elettori ma hanno calpestato e calpestano la democrazia. A meno che non lo abbiano fatto “solo per passione”, come degli scilipoti qualunque.
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