di CLAUDIA FISCILETTI
Già dal titolo, ‘Caos contemporaneo’, si capisce che GiusiPre fa sul serio e, soprattutto, non ha alcuna intenzione di fare musica a vanvera. ‘Caos contemporaneo’, infatti, è il suo singolo d’esordio da solista e GiusiPre è l’artista la cui voce ha dato colore a questo brano, rendendolo fresco nella melodia ma con un messaggio ben preciso nel testo. Non è il classico tormentone estivo e né si prefissa l’obiettivo di esserlo, il caos contemporaneo è una metafora degli avvenimenti della vita di oggi, spesso non proprio gioiosi, e quelli accadono sempre, non solo in estate. Un inno ad andare avanti, a superare gli ostacoli rialzandosi e, perché no, sdrammatizzando. L’inedito della cantautrice calabrese, romana d’adozione, ha visto la collaborazione per la composizione e gli arrangiamenti, del polistrumentista Daniele Giuili e del produttore e fonico Nicola D’Amati, e anticipa l’uscita dell’EP ‘Canzoni indigeste’, in uscita ad ottobre. Nell’intervista rilasciata per La Nuova Calabria, GiusiPre racconta quello che le piace di più nel processo creativo e lascia un saluto speciale per i nostri lettori.
‘Caos contemporaneo’ è un brano in cui confluiscono diversi generi musicali che richiamano un po' la musica degli anni ’80.
“Ho un bagaglio culturale molto vario, nel senso che nel corso degli anni ho ascoltato vari tipi di musica e ci sono ancora sonorità che per me sono fondamentali. Gli anni ’80 rimangono la mia caratteristica e poi però ho anche cercato di dare un suono più fresco perché altrimenti poi si finisce per ripetere le sonorità che si sono già sentite. E’ un mix tra passato e presente, ma è volutamente così perché doveva essere una canzone con un ritmo accattivante che accompagna un testo che non è per niente semplice”.
Infatti il testo del brano ha un sapore un po' sarcastico, non è un testo banale.
“Questo è dovuto proprio per un’esigenza personale. Con le esperienze della vita si arriva ad un punto in cui ci si deve prendere meno sul serio. Secondo me anche prendersi un po' in giro fa bene, volevo rendere omaggio ad una visione tragicomica della vita perché le situazioni che prima sembravano delle catastrofi apocalittiche, se si guardano col senno di poi possono diventare qualcosa su cui riderci sopra”.
‘Caos contemporaneo’ è un brano che era già nato nel 2018, ma come mai hai deciso di pubblicarlo adesso?
“Ho diverse canzoni che usciranno nell’EP e che trovano radici nel percorso che abbiamo fatto nel gruppo dei Loiola (il gruppo musicale di cui prima faceva parte GiusiPre ndr). Li avevo scritti per una dimensione di gruppo poi il progetto, per vari motivi personali, si è un po' arenato e quindi ho deciso di riprendere quei brani e di dar loro un’altra atmosfera che tenesse conto di quello che abbiamo fatto insieme e che allo stesso tempo fosse fedele a quello che stavo attraversando anch’io. Per me l’esigenza era questa, guardare a delle cose che sono recenti e capire come si sono evolute”.
Durante il processo creativo ti dedichi di più al testo o alla musica?
“Ci sono state diverse fasi perché mi piace moltissimo questo abbinamento di accordi alla chitarra e poi ci scrivo sopra il pezzo. Preferisco avere una narrazione completa della canzone, senza parlare a vanvera o scrivere solo quello che mi passa per la testa, cerco di avere una coerenza nel testo e di raccontare qualcosa”.
Quali sono gli artisti o gli stili musicali che ti hanno ispirata?
“Sto cercando un po' di mettere insieme i pezzi perché ho ascoltato un bel po' di cose diverse. Ancora adesso ascolto anche le cose nuove. Ascolto tutto perché sono estremamente curiosa ma la cosa che ho percepito nel corso degli anni è che cercavo sempre dei riferimenti femminili, non tanto dei modelli da imitare ma curiosare un po' su come il panorama musicale femminile si era evoluto. Nel panorama internazionale c’è Blondie, che per me rappresenta un po' l’icona rock-pop, o anche Madonna. Sono figure che hanno sempre avuto un determinato carisma. Tra i gruppi mi stanno particolarmente a cuore i Velvet Underground e poi tra i gruppi italiani ci sono i Diaframma o i Litfiba”.
Sei calabrese, di Catanzaro, ma per motivi di forza maggiore ti sei dovuta trasferire. Cosa pensi della terra di Calabria?
“Sono andata via malvolentieri, perché appunto è stato per necessità. Durante il mio percorso di studi ho cercato di rimanere qui il più possibile, tanto è vero che ho frequentato l’università a Cosenza e ho conseguito il dottorato anche a Cosenza. Il mio percorso di studi l’ho completato in Calabria e mi auguro di poter rientrare, sempre se ci sono le condizioni. Quando torno qua c’è sempre questo sentimento di ritorno alle origini e queste radici io non voglio assolutamente perderle”.
Oltre all’EP ‘Canzoni indigeste’, in uscita ad ottobre, cos’ha in serbo il futuro per GiusiPre?
“A me piacerebbe tantissimo dare spazio alle altre canzoni dell’EP perché sto avendo una produzione di inediti abbastanza consistente, naturalmente vorrei fare una cernita e pubblicare le altre canzoni, arricchire il repertorio e, se possibile, fare anche collaborazioni artistiche. Mi sono resa conto che la parte più bella è quella che si fa in studio con la collaborazione con le altre persone che ti danno consigli, ti indirizzano. Là avviene proprio la magia, il momento creativo è quello che mi entusiasma tantissimo e, avendo provato una volta, non torno più indietro poi, per quello che avverrà, incrociamo le dita”.
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