di CLAUDIA CONIDI
E’ davvero difficile dover accettare la realtà quando non te la sei procurata se non con il tuo doveroso lavoro in cui credi e per cui hai studiato tanti anni e continui a farlo costantemente, dedicandoci tempo, danaro ed energie ,sottraendo la tua stessa vita alle cose più belle che avresti potuto concederti , per poterti dedicare anima e corpo a quello per cui hai sempre creduto fino in fondo di dover fare: la propria attività professionale.
Per aver fatto in fondo il mio dovere, invece di girarmi dall’altra parte, magari per guardare una bella vetrina per acquistare, magari un bel vestito.
Sono alla gogna da circa 10 anni, messa alla berlina da pubblicazioni zoppe e tendenziose, piene di vere e proprie invenzioni-
Sono alla gogna da tutto questo tempo per due soggetti mai “difesi”, per i quali non esiste un atto a mia firma in nessun posto, per i quali non ho speso una parola , se non per redarguirli o per rinunciare al loro mandato, invitandoli a nominare altro legale-
Loro sì difesi da una medesimo avvocato , loro sì seguiti professionalmente da altri difensori –
Uno di loro non l’ho mai visto né conosciuto.
Massimo Napoletano oggi definito dalla Suprema Corte un soggetto tendente alla manipolazione, con precedenti per calunnia e truffa.
L’altro il cui fiore all’occhiello, mostratomi nell’unico colloquio in carcere di appena mezzora , voluto da lui e in occasione di una visita in quel carcere per altri miei tre “veri” clienti, era di avere attentato alla vita di un suo precedente difensore per essersi sentito non seguito a dovere.
Io sono stata additata come colei che metteva d’accordo i pentiti, servendosene per fini a me mai ancora spiegati, se non per calunniare un pentito mai conosciuto, per il quale ho avuto la sfortuna di assistere un solo mio cliente, vero, che aveva , a suo dire , raccolto da lui delle confidenze-
Dopo anni ancora questo signore mai visto si permette di telefonare al mio studio per “scusarsi” nei miei riguardi.
Mi affido al mio legale di fiducia che decide lui di ascoltarlo e lo registra col suo consenso, depositandone le trascrizioni presso le sedi competenti-
Dopo mesi lo stesso soggetto si “pente” di essersi pentito e inventa di sana pianta di essere stato minacciato da altro detenuto da me assistito di compiere il misfatto!
Poi aggiunge di essere stato sollecitato dal mio difensore, che gli avrebbe promesso una ricompensa per quanto da lui reso verbalmente in mio favore.
Mio cugino soltanto ,mio avvocato di fiducia , resterà prosciolto sulla richiesta di archiviazione avanzata per tutti gli indagati dall’Ufficio procedente, l’unico ad essere comparso nell’udienza fissata ad hoc e a difendersi dalle accuse mosse dal pentito al quadrato-
Oggi sono ancora additata per quella che non sono mai stata, dovendo subire ogni sorta di nefandezza ovunque si spenda il mio nome per dissuadere la nomina di chi ,invece, vorrebbe affidarsi a me.
Molti ci cascano, molti altri no e io continuo a godere della fiducia di chi crede in me come persona e professionista e così continuo a lavorare puntando sull’ onestà e la mia attenta , doverosa cura verso gli interessi processuali di chi si affida alle mia professionalità-.
Faccio questo lavoro dai tempi del processo Olimpia a Reggio Calabria, ho seguito indagini scottanti come quelle sui rifiuti tossici e ahimè, credo che proprio loro abbiano segnato il mio cammino professionale ,non gradito a troppi, evidentemente, per come profeticamente dettomi da un esimio magistrato oggi non più presente su questa terra e che ci aveva visto bene.
Già tanto non aver fatto la fine del Capitano De Grazia –
Questo sfogo, è dovuto al non sopportare più frecciate gratuite da parte di chiunque, è per dire che rimando al mittente ogni considerazione destituita di fondamento, ribadendo che la verità sarà lampante nella sede giudiziaria, purtroppo lenta e farraginosa , non certo per volontà mia, che mai ho eccepito ostacoli o limitazioni al suo scorrere, lento a causa dei vari rinvii determinati da altre cause, avulse dalla mia sfera di azione.
Sono davvero stanca di questa persecuzione giudiziaria e la cosa peggiore è che la macchina della giustizia s’impenna proprio dove non dovrebbe, attizzata dal fuoco delle calunnie , mentre si spegne molto spesso dove non dovrebbe, sotto il getto freddo dell’indifferenza, perché non vuole o deve colpire dove invece più servirebbe-
Ma queste sono solo mie personali considerazioni-
Non scrivo questo perché a qualcuno interessi di me, ne sono certa, ma solo per dirla una volta per tutte a chi perde il suo tempo a fare o dire cose che non sa neanche se esistano o meno o da quale fonte provengano.
Chi mi conosce bene sa invece, che tutto quello che ho sempre fatto o detto, è sempre e comunque stato in aderenza a un mio preciso dovere per il quale oggi continuo a operare nel mondo del diritto.
Ed è per questo che scrivo senza paura ogni cosa , compresa la presente-
Confido nella giustizia cui vorrei mettere il turbo, ma non posso-
Ma il vero cavallo da corsa ,si sa , si vede nel lungo percorso-
Scrivo questo ricordando la figura di mio padre che non la mandava a dire a nessuno, ma che la diceva sempre in faccia e che per questo , non era gradito a molti, ma amato da tantissimi altri.
A te, papà, rivolgo il mio sguardo ,memore delle tue parole, oggi così vere e tangibili come non mai-
Claudia Conidi
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736