Torna a farsi sentire il segretario provinciale di Polizia Nuova Forza Democratica di Catanzaro, Ettore Allotta, che non demorde un solo giorno nello sciopero della fame messo in atto come tentativo disperato di far conoscere al Dipartimento della Pubblica Sicurezza lo stato di sconforto che vige ormai all’interno della Questura di Catanzaro per un questore, Amalia Di Ruocco, che non ha perso occasione per creare un clima di contrasto di ogni ufficio verso la dirigenza.
“In una settimana di sciopero della fame, dove mi sto nutrendo esclusivamente di pane ed acqua, ho perso circa tre chilogrammi di peso e non intendo demordere un solo giorno fino a quando l’arroganza dell’attuale questore di Catanzaro non cesserà. Ma per farla cessare occorra che vada via, non c’è altra strada.” Non usa mezze parole il massimo rappresentante provinciale di Polizia Nuova Forza Democratica nel giudizio verso il questore Di Ruocco, come più volte spiegato in questo ultimo mese da quasi la totalità dei Sindacati di Polizia, tranne di una sparuta minoranza fortemente politicizzata sia per le idee “seccessioniste” di una parte sia per quelle marxiste-leniniste di un’altra. “Tutti speravamo che nel Consiglio dei Ministri svolto nella data di ieri – dice Allotta - ci arrivasse una notizia positiva di uno spostamento della Di Ruocco, anche con promozione, dove avevo preparato un banchetto per invitare tutti i colleghi ad un festeggiamento. Ma nulla è arrivato, per cui continuerò ad oltranza questa mia battaglia di principi mirata a salvaguardare la dignità dei poliziotti catanzaresi, in gran parte, danneggiati professionalmente e psicologicamente per un “clima di terrore” che vige in ogni ufficio della questura. Ho ricordato recentemente che la Di Ruocco ha svolto anche la mansione di raccolta dei registri di firma in uffici operativi sostituendosi in toto ai dirigenti, nel tentativo di commissariare ogni funzione professionale. Come non possiamo dimenticare i rimproveri gratuiti nei confronti di colleghi Ispettori dell’ufficio stranieri solo per essere entrati nel loro ufficio fuori dall’orario di servizio per prendere effetti personali. Siamo al paradosso dei paradossi! Un questore – continua Ettore Allotta – che è convinto di essere “il padrone” di una macchina dello Stato cercando di ottenere una sorta di privatizzazione dell’apparato sicurezza. Pertanto, aspettiamo con ansia le determinazioni del palazzo romano con la speranza di non diventare pelle ed ossa ma, soprattutto, di non vedere più i miei colleghi esasperati.”
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