




di PAOLO CRISTOFARO
Sempre più caldi gli animi degli operatori sanitari calabresi, da mesi impegnati in una vera e propria guerra tra poveri. Da un lato della barricata i precari delle aziende ospedaliere, dall'altro gli idonei dei concorsi. Al centro Cotticelli, l'indecisione della Regione e un modo di procedere discutibile, che talvolta sembra in bilico sul confine della legalità, sempre sottilissimo. Questa mattina è toccato agli idonei dei concorsi: oss, biologi, infermieri; tutti insieme, dalle 9, alla cittadella regionale, per fare la voce grossa, per ricordare a chi di dovere che "il rispetto della legge e delle procedure concorsuali e di assunzione viene prima di tutto". La situazione sembra più calda del solito, i vincitori del concorso meno tranquilli e pazienti delle "puntate precedenti". E se prima c'era apertura, pazienza, una relativa calma, ora la misura sembrerebbe colma. "Basta parole. Assunzioni o dimissioni" urlano gli idonei.
"Siamo stanchi di assistere al trionfo dell'illegalità" affermano. "Cosa la ostacola dall'applicare la legge o chi?" urlano al megafono sotto le finestre chiuse di palazzo Campanella. "Molti dei cosiddetti precari, non hanno fatto neppure i concorsi, perché sicuri di rimanere là, di non essere toccati, come si sta effettivamente verificando" dicono. "Ho studiato con impegno per affrontare il concorso e lottare per un posto di lavoro che, infatti, mi spetterebbe" racconta una giovane idonea. Alle 12 è previsto un incontro con i sindacati. L'ennesimo tavolo che secondo gli idonei "sarà il solito buco nell'acqua". Come poco utile sembra, a detta di qualcuno, anche la mediazione dei sindacati stessi. "Solo parole, da tutti i fronti. I sindacati chi difendono? E in base a cosa? Spesso è difficile capire da che parte stiano" esclamano in gruppo alcuni presenti. L'immagine, comunque, è sempre o quasi la medesima: cittadini contro cittadini, padri di famiglia contro padri di famiglia, giovani contro giovani, disoccupati contro disoccupati.
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