Caos sanità. L'ex presidente della Regione, Nisticò: "La sanità calabrese può essere risanata in un paio d'anni da persone competenti"   

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Giuseppe Nisticò

Per Nisticò "occorre dare una risposta rapidissima e qualificata all'emergenza Covid che il precedente commissario non sapeva nemmeno cosa fosse"

  17 novembre 2020 18:22

"La sanità calabrese può essere risanata in un paio d'anni, a patto che sia affidata a persone competenti". Ne è convinto Giuseppe Nisticò, farmacologo di fama internazionale, per tre anni presidente della Regione e sottosegretario alla Salute nel primo governo presieduto da Silvio Berlusconi, poi eurodeputato e componente della commissione Sanità del parlamento di Strasburgo. Conversando con l'AGI parla della situazione attuale del settore che ha proiettato ancora una volta la sua regione all'attenzione della stampa nazionale. "L'ex preside della Sapienza, Eugenio Gaudio, fresco d'investitura come commissario, è - a parere di Nisticò - l'uomo giusto al posto giusto".  "Avevo lanciato un appello - dice - affinché l'incarico fosse affidato a persone con i requisti di Gaudio, che conosco da tempo e di cui apprezzo le doti di moralità e competenza manageriale dimostrate come rettore della più grande università italiana. Davanti allo sfacelo era necessario affidare a una persona qualificata il settore, non a commissari ignoranti e incapaci. Gaudio è un profondo conoscitore della materia, è stato preside della facoltà di medicina della sapienza. E' una garanzia. Insieme abbiamo creato l'Istituto Levi-Montalcini. Pensi che oggi ho ricevuto una chiamata dall'ex commissario europeo alla Ricerca scientifica, Filippe Busquin che si è congratulato con lui".

Ma quali sono le priorità? "Occorre - è la risposta di Nisticò - dare una risposta rapidissima e qualificata all'emergenza Covid che il precedente commissario non sapeva nemmeno cosa fosse. Fra sei mesi del coronavirus non sentiremo più parlare perché sarà debellato grazie alla scoperta degli anticorpi monoclonali e il vaccino è ormai prossimo. Occorre rilanciare la qualità della sanità calabrese. Da presidente misi a punto un piano che prevedeva la medicina territoriale e tre eliporti in grado di collegare rapidamente i centri periferici con i tre grandi ospedali della regione: quelli di Catanzaro, Cosenza e Reggio".

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L'ex presidente sottolinea "che la Calabria è carente di un polo oncologico, pur avendo un punto di forza nella ricerca in questo campo grazie all'università di Catanzaro.I calabresi devono emigrare a Roma o a Milano per le cure. E' assurdo - sostiene - perché il policlinico universitario di Catanzaro è un'eccellenza a livello sperimentale e clinico su alcune forme di cancro e leucemia, ma manca una rete di chirurghi specializzati che si può costituire in tempi rapidissimi dotando la Calabria di un istituto di oncologia ai livelli di quello di Milano. Risparmieremmo i soldi che la Regione spende ogni anno per rimborsare le cure a cui i calabresi si sottopongono in altre regioni e potremmo destinarle al reclutamento di personale specializzato".

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Nisticò, profondo conoscitore del mondo accademico e medico, insiste sulle potenzialità della Calabria "che - sottolinea -  non ha nulla da temere in termini di professionalità. L'Università di Catanzaro è stata inserita dall'Anvur fra gli atenei più qualificati del Sud, addirittura in graduatoria prima di quella di Napoli. La sua scuola di cardiologia è fra le migliori d'Italia, così come quella di pneumologia che ha formato il dottore Luigi Camporota che ha curato Boris Johnson dal Covid. Abbiamo oncologi che tutti ci invidiano ma che devono poter fare rete con chirurghi, radioterapisti ed altri oncologi. Non è impossibile - dice Nisticò - risparmiare 200 milioni di euro all'anno. Ci vogliono persone competenti, è una missione possibile, servono persone serie oneste e Gaudio è noto per le sue qualità".

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Ma attenzione, ammonisce Giuseppe Nisticò, "a non affiancargli sub commissari con interessi diversi. Il nuovo commissario - osserva - dovrà stare molto attento anche alle infiltrazioni della 'ndrangheta; dovrà avere collaboratori di primo piano che abbiano competenze cliniche e manageriali. C'è gente squalificata - sottolinea - che non ha mai fatto niente di buono, ma anche gente di qualità. In due anni si può fare tutto questo, ma il Governo deve azzerare il debito della Calabria fornendole i soldi. La sanità non deve essere al servizio dei partiti ma dei cittadini. In una regione in cui esistono una facoltà di medicina e due facoltà di farmacia - conclude - le competenze non mancano".

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