Cara Catanzaro: "La città deve riappropriarsi della sua università"

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  21 febbraio 2024 14:49

Riceviamo a pubblichiamo la riflessione a firma di "Cara Catanzaro Odv".

"Abbiamo letto la nota di Valerio Donato rivolta al Rettore circa l’utilità dell’ulteriore duplicazione dei corsi di Medicina a Crotone (dopo Rende). Abbiamo letto che la stessa Unical sta per attivare ulteriori tre corsi di laurea molto importanti. E Catanzaro, e l’UMG? Silenzio assordante. La nostra università sembra essersi chiusa nel suo guscio di località Germaneto a vivacchiare, senza ambire a crescere, ad aprirsi e quando si è aperta lo ha fatto appunto per cedere parte delle sue prerogative più importanti. Ma, e lo ripetiamo da sempre, è proprio l’infausta localizzazione uno degli aspetti che penalizza il nostro Ateneo. Un ateneo che da quando è stato deportato nel nulla delle argillose colline di Germaneto ha smesso di dialogare con la città. Si è chiuso nel suo guscio fatto di cemento armato e cartongesso quasi a volersi proteggere da chissà quali attacchi. Avevamo sperato che la recente nomina del primo Rettore finalmente catanzarese, propiziasse una inversione di tendenza, ma i primi mesi di operatività sembrano invece andare in continuità col passato. E allora vogliamo rivolgerci proprio al Rettore ma non solo. Vogliamo rivolgerci a tutti coloro che hanno voce in capitolo all’interno dell’Ateneo, soprattutto a chi tra di loro è catanzarese; vogliamo rivolgerci al sindaco perché si faccia portavoce di una impellente necessità: la città, soprattutto il centro storico che è il più sofferente, ha vitale bisogno della presenza della “sua” università. 

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Si parla da anni di riportare corsi di laurea in centro, specie Giurisprudenza. E’ il momento di farlo. Recentemente la stessa università ha diffuso un bando per la ricerca di nuovi locali, necessari all’attività didattica. Ma un particolare di quel bando ci ha particolarmente spaventati: “i locali preferibilmente dovrebbero trovarsi nei pressi del Campus”. Vogliamo far notare a chi di dovere che “nei pressi del campus” insistono solo insediamenti industriali. Vogliamo forse costringere i nostri studenti a seguire le lezioni in un triste capannone magari di Caraffa quando invece in centro esistono immobili prestigiosi, chiusi da anni, che farebbero perfettamente al caso e permetterebbero finalmente di ricucire quel rapporto con la città tristemente perduto?

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Caro Rettore, ci pensi. Che ci fa ad esempio Giurisprudenza vicino al policlinico anziché vicino al tribunale? L’Università non è una realtà che deve restare avulsa dal contesto che la ospita, ma anzi, come accade in tutte le altre città d’Italia sedi universitarie, deve essere volano di sviluppo e ricchezza, sia culturale che economica. Si faccia una domanda: l’UMG assolve a questo compito? A noi, ma non solo a noi, sembra proprio di no. Caro Rettore, faccia un atto di amore verso la sua città e verso l’Ateneo che dirige, compia quell’inversione di tendenza ormai non più procrastinabile, altrimenti l’UMG resterà sempre la cenerentola tra le università calabresi".

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