di FRANCESCO CARACCIOLO*
La riapertura delle mostre costituisce un importantissimo punto di partenza per il rilancio della cultura in Italia dopo le enormi perdite causate dall’aggravarsi della Pandemia. In modo particolare, si sta rimettendo in moto la macchina delle
esposizioni d’arte nei principali poli della cultura italiana, tra cui spicca la città veneta di Padova che ospita ben due mostre, la prima delle quali è dedicata al genio immortale di Vincent Van Gogh, presso il Centro San Gaetano, mentre la seconda ha come tema la pittura dei Macchiaioli a Palazzo Zabarella.
Ora vorrei occuparmi di un evento, la cui apertura è prevista per il 1 maggio 2021, organizzato dal celebre critico d’arte Vittorio Sgarbi nelle sale del Museo Gypsotheca di Possagno(Treviso),luogo memorabile che ospita i modelli in gesso dei capolavori del
celeberrimo scultore neoclassico Antonio Canova, di cui ricorrerà l’anniversario per i duecento anni dalla morte nell’ottobre del 2022. La mostra mette a confronto due geni della storia dell’arte italiana: Caravaggio e Canova. L’idea proposta da Sgarbi è quella di attuare un insolito ed improbabile confronto stilistico tra due opere aventi lo stesso tema, cioè l’immagine della Maddalena in estasi che raggiungerà in entrambi gli artisti degli esiti altissimi. Assai provocatoria appare la scelta di confrontare la scultura in gesso dell’artefice del “bello ideale” in scultura ,Antonio Canova, originario proprio di Possagno, con una versione della Maddalena attribuita
al grande pittore del 6oo’ Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, il più rivoluzionario tra gli artisti di tutti i tempi. Nonostante la diversa formazione culturale dei due geni dell’arte italiana, il primo(Caravaggio) vissuto a cavallo tra il 500’ ed il 600’ ,ed il secondo (Antonio Canova),vissuto circa due secoli più tardi, le due versioni della Maddalena in estasi mostrano anche sorprendenti affinità
compositive quali la testa reclinata all’indietro, gli occhi socchiusi e lo stesso
trattamento del panneggio dalle pieghe profonde.
Ora mi soffermerò brevemente sulla versione della Maddalena di Caravaggio(quella esposta in mostra proviene dalla
Francia).La Maddalena in estasi del Merisi fu dipinta, secondo quanto ci narrano le fonti,nell’anno 1606, cioè nel periodo in cui Caravaggio troverà ospitalità presso i feudi dei Colonna per sfuggire alla pena capitale che lo perseguitava inesorabilmente
dopo l’omicidio di Ranuccio Tomassoni avvenuto il 28 maggio dello stesso anno. Caravaggio dipinge una Maddalena in atteggiamento estatico, rappresentata di tre quarti, con i capelli rossi sciolti e le mani intrecciate. La testa e le spalle appaiono riverse, gli occhi e la bocca socchiusi mentre le lacrime scendono lievemente bagnando il volto della santa che esprime patimento e dolore estatico. La Maddalena indossa una camicia bianca aperta che le scopre il dècolletè e un mantello rosso sulle ginocchia. La postura della santa e l’atteggiamento di dolore e sofferenza influenzeranno notevolmente gli esiti successivi della pittura barocca e addirittura della scultura di Gian Lorenzo Bernini(Estasi di Santa Teresa). Un’altra versione del dipinto si trova attualmente in una collezione privata a Roma
e faceva parte della raccolta dell’avvocato Klain. Il quadro venne restaurato da Pico Cellini nel 1972 su sollecitazione di Maurizio Marini. Invece, lo studioso Moir ne propone l’attribuzione al pittore Angelo Caroselli.
*docente di Storia dell'Arte
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