Carbonai di Serra San Bruno, Alecci presenta mozione per riconoscere l’arte come patrimonio Unesco

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Il Consigliere: “Un’attività secolare che si tramanda inalterata di generazione in generazione. Dobbiamo tutelare e valorizzare le nostre tradizioni, le nostre eccellenze, la nostra identità.”

  16 novembre 2024 10:52

“Tutelare e valorizzare le nostre tradizioni, le nostre eccellenze, la nostra identità. Ho avuto l’enorme piacere di conoscere da vicino l’attività dei carbonai di Serra San Bruno, una comunità laboriosa che da secoli produce il carbone che parte per l’Italia e l’Europa, tramandando questa arte secolare di generazione in generazione. All’interno di un ambiente suggestivo quasi come essere su di un set cinematografico, ho scoperto un’attività straordinaria che va assolutamente salvaguardata. Per questo motivo ho presentato in Consiglio Regionale una mozione che impegni la Giunta ad attivarsi per promuovere ogni azione utile al fine del riconoscimento dell’arte dei “Carbonai” di Serra San Bruno quale Patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO, trattandosi di un mestiere ricreato dalle comunità e dai gruppi in stretta correlazione con l’ambiente circostante e la sua storia”.

Lo afferma in una nota il consigliere regionale Ernesto Alecci.

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E aggiunge: “Rispondendo all’invito di Valeria, Luca e tanti altri amici di Serra San bruno, mi sono recato nei boschi dove si produce il carbone attraverso un lavoro duro e meticoloso che va avanti 12 mesi l’anno e che crea un’economia fondamentale per questo territorio. Attraverso la raccolta dei ceppi di legno e la loro precisa collocazione si creano gli “scarazzi”, quasi dei piccoli “vulcani”, che possono raggiungere anche l’altezza di 6 metri all’interno dei quali si produrrà infine il carbone, grazie ad una combustione costantemente controllata per evitare che il legname si trasformi in cenere. Con sapienti passaggi, tramandati nei secoli, alla fine del lavoro i carbonai ottengono una quantità di carbone pari ad un quinto circa della legna immessa”.

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“Ancora oggi - conclude Alecci - poter assistere a questa lavorazione, è uno spettacolo emozionante. Uno dei rari casi di “archeologia industriale” ancora in attività che merita certamente di essere tutelato e valorizzato, anche tramite visite guidate con le scuole e l’università o attraverso percorsi turistici. La mia mozione in Consiglio ha proprio questo obiettivo.  La Calabria, nella sua intrigante diversità, nasconde mille tesori, abbiamo il dovere di tutelarli, valorizzarli e farli conoscere al mondo”.

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