Carcere, comunità, tribunale: la "visita guidata" di Ada Calabria nelle stanze della rieducazione

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images Carcere, comunità, tribunale: la "visita guidata" di Ada Calabria nelle stanze della rieducazione

  30 maggio 2025 14:21

E’ stata una vera e propria attività di prevenzione quella che è stata posta in essere giovedì mattina nei tre luoghi che, in tempi diversi, un minore autore di reato si trova a dover frequentare: il carcere, la comunità, il Tribunale.

La “visita guidata” nelle stanze della rieducazione rientra, pertanto, nell’ambito del progetto sperimentale “Il Laboratorio delle Idee” promosso dall’Ada regionale e dall’Ada San Vito sullo Jonio – quest’ultima rappresentata da Vito Totino – che, assieme ai partner, il Comune di Zagarise (nella persona del sindaco Domenico Gallelli), la Comunità Ministeriale e l’Istituto Comprensivo di Sersale-Zagarise, diretto da Maria Brutto, si impegnano a promuovere la cultura della legalità ed a contrastare il fenomeno della dispersione scolastica.

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I veri protagonisti del progetto - che è stato riconfermato per un altro anno, e che si avvale anche della collaborazione della stazione dei Carabinieri di Zagarise, guidata dal comandante Gaetano Fazio – sono gli studenti, ma soprattutto i ragazzi della Comunità Ministeriale  che, tra le tante attività quotidiane, sono impegnati tuttora a Zagarise nella riqualificazione delle aree verdi e nei laboratori solidali per la lavorazione di legno e vetro.

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I ragazzi della Comunità non c’erano, ma gli studenti di terza media dell’Istituto Comprensivo sono stati accolti dal direttore della Comunità, Massimo Martelli, che al Tribunale per i Minorenni di Catanzaro ha presentato il videoclip realizzato dalla Comunità e premiato dalla Luiss, ed ha lasciato che la Presidente del Tribunale, Teresa Chiodo, mettesse in evidenza come alla base del lavoro per i minori e le famiglie ci sia l’attività di ascolto, che è altresì il  fondamento per il benessere in società.

Nella vicina Comunità gli studenti hanno poi visto l’area “filtro”, in cui vengono accolti i ragazzi al loro arrivo, la sala mensa, le stanze dedicate alla palestra, allo studio, alle attività laboratoriali, e il giardino esterno che affaccia proprio sullo stadio “Ceravolo”. E a chi, tra i giovanissimi studenti, diceva: “Però, è bello qui”, il direttore Martelli era lesto a rispondere: “Auguro a tutti voi che questo sia solo un posto da visitare – ha ricordato a tutti, nel silenzio generale, con il supporto della psicologa Sabina D’Alessandro La Comunità è un’opportunità per il ragazzo che ha commesso un reato, ma va meritata ogni giorno. Chi fa un buon percorso, infatti, piano piano riacquista maggiori margini di libertà, ma chi sbaglia o tenta di scappare ritorna in carcere. Qui i ragazzi devono abituarsi alle regole, a non avere il cellulare, a sentire i genitori solo due volte a settimana. La mamma non c’è, la fidanzata neppure, alla mensa si mangia quello che c’è ed alla TV si guarda quello che si sceglie tutti insieme”. Ancora più rigido il comandante Nicola Riso del carcere minorile, che assieme al cappellano don Giorgio Pilò ed all’educatrice Teresa Costanzo, ha accolto gli studenti nel teatro dell’istituto carcerario, ultima “tappa” della giornata. “A Catanzaro, al momento, abbiamo 35 detenuti dai 14 ai 25 anni, e pensate che un minorenne equivale a cinque adulti per il lavoro che comporta – ha affermato il comandante – Qui non arrivano solo coloro che commettono un omicidio, ma anche chi spaccia, chi è complice. Attenti, quindi, alle frequentazioni che avete, a ciò che condividete sui vostri social, perché spesso non si pensa alle conseguenze degli atti apparentemente “innocui” compiuti”. Ed alla domanda su quanti ragazzi, entrati in carcere a 14 anni di età, siano finora usciti, il comandante ha risposto lapidario: “Ancora non sono usciti”.

 

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